Nella nota si legge “La categoria dei funzionari della Polizia di Stato da ormai quasi 18 anni viene ignorata dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza e a dirla tutta non è chiaro se con la complicità dei politici di turno o perché la stessa politica è succube dei colletti bianchi del Viminale. La differenza sostanziale è rappresentata dal fatto che questi funzionari di Polizia lavorano a turno tra la gente, vivendo “sul campo” problemi e tragedie, “schiacciati” tra la stretta tempistica normativa della formulazione degli atti di fondamentale importanza per il successivo impegno dell’Autorità Giudiziaria mentre, di contro, i colletti bianchi stando seduti comodamente e senza rischi nelle stanze del Viminale, possono decidere della loro vita castrandogli le carriere, ignorando impunemente quanto era stato previsto per loro dal legislatore. Eppure i funzionari sono quelle donne e uomini servitori dello Stato, ma anche cittadini che con le loro problematiche, come qualsiasi altro cittadino al quale devono essere riconosciuti i diritti sanciti dalla Costituzione. Donne e uomini che mai prima d’ora hanno lasciato trasparire la loro amarezza, nonostante la continua esposizione al rischio, all’elevata tensione psico-fisica di quando effettuano arresti, sequestri, perquisizioni, espulsioni, quando sono chiamati a compiere complicatissime indagini di Polizia Giudiziaria; mai avari a fare sacrifici, sempre pronti con abnegazione e senso di appartenenza. I funzionari della Polizia di Stato sono quella categoria particolare di professionisti della sicurezza, lavoratori a cui non viene riconosciuto il diritto di scioperare; anche quando sono vittime di ingiustizie, per etica professionale, per dignità, per quello stesso senso di appartenenza, di attaccamento al dovere e per Amore dell’amministrazione che rappresentano non hanno mai fatto ricorso al clamore mediatico perché hanno confidato sempre nella sensibilità degli addetti ai lavori del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Ora non è più possibile nascondere la loro amarezza, il loro malcontento dopo che per quasi diciotto anni di silenzio hanno atteso la possibilità di accedere ad un ruolo speciale come disposto dall’art 14 del Capo II del D.Lgs. 334 del 05.10.2000. Ruolo attuato nelle altre forze di Polizia ad ordinamento militare, ovvero nell’arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, riservato a quel personale già a far data dal 1993, mentre veniva negata solo agli appartenenti alla Polizia di stato, dopo essere stati vincitori di un concorso assai articolato e difficile che li immetteva in un ruolo sovraordinato a quello dei sottufficiali. In piena epoca del cosi detto periodo del terrore, nasce l’Ispettore, figura fascinosa e punta di diamante della Polizia di Stato, voluta dalla legge 121 del 01.04.1981 che con il maldestro riordino del 1995 veniva scavalcata dai sottufficiali di altre forze di Polizia i quali fino alla sera prima, nella linea di comando, erano posizionati diversi gradini più in basso. Poi, in virtù della colpevole mancata attuazione del ruolo speciale, previsto dall’anzidetto D.Lgs.334/2000, quei sottufficiali delle altre forze di Polizia ad ordinamento militare, già riconosciuti nel 1995, oggi rivestono il grado di Ten. Colonnello e alcuni anche di Colonnello. Per meglio chiarire l’odissea subita si pensi ad un ufficio interforze, come alla Squadra di Polizia Giudiziaria in una Procura della Repubblica o di un qualsiasi ufficio D.I.A., ai sottufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, grazie ai loro comandi, che rispettando la legge e che nel tempo hanno bandito i previsti concorsi per il ruolo speciale, poi peraltro transitato nel ruolo ordinario si è aperta la carriera da Ufficiale; di converso, al personale della Polizia di Stato, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza non ha applicato la legge attraverso un assordante silenzio quasi ventennale e solo dopo aver avuto ragione in toto dal Giudice amministrativo e subìto l’umiliante prova psicotecnica, gli aventi diritto, dopo 18 anni ed una specifica sentenza del TAR, sono stati dichiarati vincitori di un concorso a una qualifica riesumata da chissa quale mente eccelsa, ovvero a V.Commissario del ruolo ad esaurimento, senza però, come deciso dallo stesso Giudice, rispettare le decorrenze delle annualità cui faceva riferimento persino il bando del concorso. Il grippaggio delle legittime aspettative degli attuali funzionari, peraltro normate, ha trovato le sue ridicole radici nel rimpallo di responsabilità tra l’amministrazione dell’Interno e la politica; intanto quei funzionari (a ruolo esaurimento) quotidianamente sono impegnati per cielo per mare e sulle strade, tra la gente che proprio in questi giorni gli ha tributato un elevatissimo rispetto e gradimento del loro lavoro. Solo questo basterebbe a comprendere con quale passione, con quale senso di responsabilità, con quanta dedizione si spendono per la sicurezza di tutti, solo per questo si sarebbero dovuti aspettare un pari sentimento di rispetto anche dai rappresentanti politici e dalla loro Amministrazione. Eppure il riconoscimento delle loro aspettative lo si può trovare oltre che nella loro vana speranza soprattutto nelle tantissime interrogazioni parlamentari presentate dai rappresentanti di ogni schieramento politico come ad esempio quello dell’Onorevole FEDRIGA (LEGA), come si può agevolmente cogliere nelle innumerevoli dichiarazioni del Capo della Polizia Prefetto Franco GABRIELLI, oltre che dettate dalla Legge nr. 124 del 7 agosto 2015, cd. Legge Madia sulla equi ordinazione dei ruoli. Vista ormai l’arcinota età media dei funzionari interessati è evidente che questo attendismo continua a danneggiarli gravemente, tenuto conto che la stragrande maggioranza di loro sono prossimi alla quiescenza, che sia proprio questo il malsano intento del dipartimento? Sperare che si evapori l’artificioso “ruolo ad esaurimento”, se questo è il disegno strutturale allora questo Paese avrà al suo servizio una Polizia composta solo da Dirigenti e lavoratori di base della sicurezza, allora c’è da chiedersi chi svolgerà quel ruolo fondamentale che finora è stato il collante, l’anello di congiunzione nella catena di comando per un lavoro così duro, così vitale, così importante per la sicurezza dei cittadini. Il danno subito è pesantissimo, senza reclami, senza mai urlare per il riconoscimento dei propri diritti, eppure un loro comitato recentemente ha tentato un approccio, ha scritto alcune lettere con richiesta di un incontro ai vertici del Ministero, ha suonato il campanello del malumore al loro Ministro, al loro sottosegretario Nicola Molteni, hanno interessato sul punto il Questore del Senato On. Paolo Arrigoni, la risposta è stata il nulla, come se non esistessero, nel cinema si rappresenterebbe come un “Muro di gomma”, si definiscono gli invisibili, eppure la gente li ama, si fida di loro nei commissariati di Polizia, nelle questure, li vede negli stadi, ai concerti, nelle piazze durante le manifestazioni. Ecco allora che esasperati da quel senso di tradimento ci porterà il 27 marzo prossimo dalle ore 16,00 alle 19,30, per la prima volta nella storia della Polizia di Stato, a parti invertite, infatti, la gente della Capitale vedrà quei funzionari prendere parte ad un sit-in in Piazza dell’Esquilino, a pochi metri dal Ministero dell’interno, dove esprimeranno pubblicamente il loro disagio, saranno ascoltati dopo quasi 20 anni di assordante silenzio ? non ci sarà molto da aspettare visto che due giorni dopo presso l’Istituto Superiore di Polizia, il capo della Polizia prenderà la parola alla cerimonia di chiusura del terzo ciclo di quel ruolo. Forse, se coloro i quali avessero avuto la sensibilità di raccogliere i segnali del loro malessere si sarebbe potuto anche evitare il sit-in in piazza, vista la comprovata pazienza dimostrata negli anni da questi tardivamente riconosciuti funzionari di Polizia, consci poi che l’argomento è meritevole di particolare attenzione, essendo organico al tema sulla sicurezza e che recentemente anche il TAR de L’Aquila, dopo un’ulteriore ricorso, riconoscendo più violazioni di natura costituzionale ha rimesso la questione a quella Suprema Corte”.
Anche da Castelli e litorale
Protesta dei funzionari di polizia per l’adeguamento dei ruoli speciali a Roma
A Roma e provincia il Comitato spontaneo dei funzionari di polizia ha organizzato per mercoledì 27 marzo un sit in di protesta a piazza Esquilino a Roma, vicino la sede del Ministero dell’Interno, in centinaia anche dai commissariati dei Castelli Romani, Ciampino Aeroporto e Litorale.
22/03/2019
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