è l’unica capitale europea senza bike sharing. Dopo la rinuncia di Gobee, infatti, anche l’azienda di Singapore OBike, lo scorso ottobre, ha alzato bandiera bianca a causa degli ingenti danni alla flotta provocati dai numerosissimi atti vandalici. Un fenomeno inquietante che ha reso il servizio troppo dispendioso e provocato la chiusura dopo solo un anno dall’avvio dell’attività. A distanza di cinque mesi, però, molte biciclette non sono state ancora ritirate da OBike e si trovano sparse in ogni angolo della città, a partire dal centro storico, dove si possono vedere appoggiate sui muri o abbandonate nei parchi o nelle vie della capitale. Uno spettacolo poco decoroso che contribuisce ad aumentare il livello di degrado di una città che, ormai da anni, non brilla certamente per pulizia. A piazzale Flaminio, ad esempio, c’è un vero e proprio cimitero di bici abbandonate, sia all’entrata della metropolitana, sia appoggiate su vecchie fioriere, ormai trasformate in cassonetti. La maggioranza dei mezzi si trova in pessimo stato, con sellini rotti, manubri piegati e ruote sgonfie. A parziale discolpa dell’azienda c’è un dato da sottolineare: molte bici vandalizzate sono ormai senza transponder, quindi irrintracciabili attraverso il servizio di geolocalizzazione. Tutto ciò, ovviamente, complica e rallenta il processo di rimozione dalle strade delle 5.000 bici gialle messe a disposizione per quello che avrebbe dovuto essere un innovativo servizio di noleggio free floating (tramite app). Un sistema nato con le migliori intenzioni, e sulla spinta di una consistente domanda, ma naufragato a causa della dilagante inciviltà di cittadini e turisti, tra centinaia di furti e assurdi atti vandalici. Lo scorso luglio, ad esempio, furono ritrovate una ventina di carcasse nel Tevere, in zona Castel Sant’Angelo, grazie alla bravata di due ragazzi ubriachi. I veri ostacoli per la buona riuscita del servizio, insomma, sono stati la maleducazione e la totale assenza di senso civico, tra bici bloccate con lucchetti, incatenate ai lampioni, gettate in terra, parcheggiate all’interno dei condomini o lasciate al di fuori dei Municipio I e II contravvenendo così al regolamento. Un problema quello degli atti vandalici e dei furti che ha riguardato anche altre città europee, a partire da Parigi, con tantissimi mezzi vandalizzati e finiti nella Senna, ma grazie agli accordi tra le istituzioni e le aziende sono state trovate le opportune soluzioni per limitare il fenomeno e proseguire nell’attività.
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