LA SECONDA ONDATA DI ARRESTI
Questo arresto, benché eccellente, costituisce la seconda ondata giudiziaria che travolge i vertici della politica romana e regionale sul nuovo stadio della Roma. Già a giugno 2018 la Procura di Roma, con ipotesi correttive del tutto analoghe, aveva arrestato Luca Parnasi, manager che guida l’omonimo e potente Gruppo imprenditoriale; Luca Lanzalone, ex Amministratore Delegato di Acea scelto dai vertici nazionali del 5Stelle per occuparsi, come consulente esterno della Giunta Raggi, del dossier sul nuovo stadio; Michele Civita, ex assessore all’Urbanistica del Lazio e fedelissimo del Governatore Nicola Zingaretti; Adriano Palozzi, ex vicepresidente regionale e attuale consigliere alla Pisana; ed altri personaggi minori. Secondo inquirenti e investigatori, tutti costoro si sarebbero adoperati per portare a termine la nuova arena calcistica. Anche “corrompendo, ove necessario” (così scrivono i magistrati tra le carte della voluminosa inchiesta) funzionari pubblici, politici e professionisti prestati alla politica e dando corso ad una corruzione “sistemica e pulviscolare”. Ma la politica e i politici hanno preferito girarsi dall’altra parte e continuare a fingere di non sapere e di non vedere.
LA RESPONSABILITÀ POLITICA DELLA RAGGI E DEI 5 STELLE
Il progetto del nuovo stadio della Roma è nato nel 2014, sotto il mandato dell’ex sindaco del centro-sinistra, Ignazio Marino. È stato confermato, con qualche modifica volumetrica, anche dai 5Stelle che guidano Roma da quasi tre anni, nonostante nel corso della campagna elettorale per le amministrative romane del 2016 i grillini si siano dichiarati “totalmente contrari al progetto”. Pur di dare il via libera allo stadio, la sindaca Raggi ha silurato l’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, portato in Giunta dai 5Stelle proprio per la sua stoica contrarietà al progetto. La responsabilità politica di questo fallimento politico può essere addossata, senza paura di smentita, anche ai vertici nazionali del 5 Stelle, che hanno nominato l’avvocato Luca Lanzalone consulente esterno della Giunta Raggi sull’affaire dello stadio. Una inversione ad U che ha portato i 5Stelle da posizioni contrarie a posizioni favorevoli al progetto. C’è da aggiungere che la costruzione dell’arena calcistica è fortemente sponsorizzata da società edili, banche, partiti politici e lobby di potere.
I VINCOLI CHE AFFOSSANO LO STADIO
Eppure l’area prescelta per la realizzazione della nuova struttura sportiva non è edificabile. Precisi vincoli geologici, idrogeologici ed archeologi inibiscono qualsiasi tipo di costruzione. È quanto prevedono: il Piano Territoriale Paesistico Regionale (o P.T.P.R.), la norma regionale che stabilisce dove si può costruire e dove non si può costruire; il Piano di Tutela delle Acque del Lazio, la legge regionale deputata a salvaguardare l’intero settore idrico; e il Piano di Tutela del Bacino del fiume Tevere, la norma che tutela gli argini del fiume romano. Un problema, quello dei vincoli, che toglieva il sonno al potente manager romano, Luca Parnasi, così sostengono inquirenti e investigatori. Ma anche a numerosi politici che da tempo stanno cercando di adoperarsi in ogni modo e maniera pur di ottenere il via libera alla costruzione del nuovo stadio.