La partita si gioca infatti su due fronti. A Rio Martino, a seguito dell’ordinanza del luglio 2016, il transito e la possibilità di imbarco e sbarco delle attrezzature sono consentiti ai soli pescatori professionisti (titolari di una licenza di pesca), per i problemi di sicurezza causati dai lavori per la riqualificazione del porto canale, che intanto è ancora un cantiere aperto. Oltre ad un bando per la gestione del porto e delle concessioni dei posti barca che ancora non si vede da Roma (in quanto di competenza della Regione), la Provincia – stazione appaltante dei lavori del II stralcio – è infatti ancora alla finestra in attesa di un via libera dall’ente regionale per spendere le somme avanzate dai 7 milioni di euro per i primi due stralci dei lavori. Poco più di 1,3 milioni che dovrebbero servire soprattutto per operazioni di messa in sicurezza delle sponde, interessate da numeri crolli per criticità di natura idraulica ascrivibili ad interventi del primo stralcio, i cui lavori, conclusi nel 2012, sono invece stati affidati dalla Regione. Scenario a cui si aggiunge uno scivolo sul lato Latina (sulla banchina Mussolini) inagibile e un serio problema – ad oggi solo per i pescatori professionisti – sul numero di parcheggi disponibili sul lato Sabaudia. Sul versante opposto, invece, quello del Fosso Mascarello a Foce Verde, dopo l’ordinanza del 31 marzo 2017 che vieta, per ragioni di sicurezza, il passaggio delle imbarcazioni sotto il ponte di via Valmontorio e l’accesso all’area golenale del canale (in realtà mai autorizzato), la possibilità di realizzare un nuovo scivolo si è scontrata con il niet arrivato da Sogin, la quale possiede una concessione demaniale ad uso esclusivo per l’area del Mascarello, da cui la centrale capta l’acqua di raffreddamento per le operazioni di decomissioning.
“Sogin aveva già accolto la proposta, sposando il vecchio progetto con fondi europei Plus di qualche anno fa. Ma c’era e c’è un’impossibilità giuridica alla base: quell’area è del Demanio, e la Regione ci ha risposto in maniera negativa a causa della natura della concessione, ovvero ad uso escluso per attività inerenti alla centrale”, è la doccia fredda arrivata dall’ing. Agostino Rivieccio, responsabile disattivazione per la centrale di Latina, in audizione in una commissione Governo del Territorio in cui i diportisti non hanno mancato, ancora una volta, di far sentire la loro presenza. Del resto da due anni, muniti di bozze progettuali, le associazioni della nautica pontina stanno facendo la spola tra Piazza del Popolo, via Costa e piazza della Liberta, con una infinta serie di faccia a faccia con l’amministrazione comunale e provinciale, a cui si aggiungono i vertici in Prefettura. Ma per l’ennesima volta si sono sentiti rispondere picche. L’unico semaforo verde mostrato da Sogin, infatti, è quello relativo alla messa in sicurezza del ponte sul Mascarello.
Inserito dall’assessore ai Lavori Pubblici Emilio Ranieri nella lista, inviata al Mit, delle opere in attesa di urgenti interventi manutentivi, il ponte è oggetto di un accordo preliminare con Sogin per un intervento da 600 mila euro, finanziato dai fondi del ristoro nucleare e su cui dovrebbe arrivare l’ok dell’Arera per il rimborso. E per cui è stata annunciata una conferenza dei servizi. Servirà invece un altro tavolo tecnico per un nuovo scivolo per la discesa a mare previsto sulla foce del Mascarello, aldilà del ponte (lato mare), su un’area di competenza del demanio marittimo e non fluviale. La stessa conferenza dei servizi che era stata annunciata un anno fa, quando c’era ancora Felice Costanti alla guida dell’assessorato alle Attività produttive, ma che di fatto non è mai partita. Il Comune intanto aveva anche già predisposto delle somme (pescate sempre dal tesoretto del ristoro nucleare) per la progettazione, che però, come ha spiegato Ranieri, “non sarà pronta neanche per la fine dell’anno, dal momento che nel frattempo bisogna acquisire i pareri degli enti interessati (ndr. Demanio, Regione, Consorzio di Bonifica, Capitaneria di porto, Sogin, Provincia)”.
Allo stesso tempo l’ente di Piazza del Popolo, visto il passo di lato di Sogin sul tema dell’alaggio delle imbarcazioni da diporto, nell’imminente approvazione del bilancio di previsione dovrà accantonare dei fondi per lo scivolo, indirizzo, quest’ultimo, votato all’unanimità dalla commissione. Ma oltre ai nodi prettamente tecnici, l’amministrazione Coletta deve far fronte alla maestranze sempre più accese dei diportisti, che hanno ribadito l’intenzione, manifestata giù durante la riunione a Foce Verde della scorsa settimana, di lanciare una seconda manifestazione, stavolta per le strade del centro. Un grido disperato riassunto nella folkoristica protesta di un diportista che si è presentato in commissione con un salvagente con su scritto: “SOS salviamo la nautica”.