“Durante l’intervento in Consiglio regionale del Presidente Simeone – si legge in una nota di Vivenda – si parla dell’invio di mail alla Vivenda Spa tramite il legale degli 11 dipendenti licenziati. Dopo un’attenta e scrupolosa ricerca non risultano essere pervenute né Pec né mail nelle giornate del 10/06/2018 (che tra l’altro è una domenica) del 26/07/2018 e del 11/09/2018. Inoltre sorgono perplessità in merito all’accusa mossa all’azienda di violare i principi della Costituzione e lo Statuto dei lavoratori”.
E ancora: “Il Presidente parla di attività difensive svolte da un legale e non dalle rappresentanze sindacali aziendali o unitarie che avrebbero dovuto intervenire visto che, a suo dire, ci sarebbe stato un comportamento antisindacale della Vivenda; quindi, a maggior ragione, gli amministratori non comprendono quali principi (addirittura costituzionali) sarebbero stati lesi”.
“La posizione della Vivenda è chiara: la dirigenza è stata costretta, suo malgrado, a procedere al licenziamento di 11 lavoratori perché hanno improvvisamente e deliberatamente interrotto lo svolgimento di mansioni svolte regolarmente ogni anno. Mansioni che, a differenza di quanto erroneamente affermato, sono portate avanti ogni giorno con professionalità in tutti gli ospedali italiani”, aggiunge la nota.
Infine: “La Vivenda Spa ritiene opportuno precisare l’inesattezza del termine “licenziamento collettivo” quale istituto normativo applicato alla vicenda dell’Ospedale Goretti. Difatti nei confronti delle lavoratrici, l’azienda ha adottato, tutt’altro, ovvero un provvedimento espulsivo , irrogato all’esito di un procedimento disciplinare- ex art 7 Statuto dei Lavoratori – promosso individualmente nei confronti di ogni singolo lavoratore gravemente inadempiente ai propri compiti prestazionali”.