Dopo l’avvio ad ottobre scorso di una procedura di mobilità per il 50% dei 134 lavoratori impiegati nel sito industriale “in virtù della decisione del gruppo di spostare le produzioni da Pomezia a Verona“, scrivono Gianfranco Moranti della Cgil e Stefano Passamonti della Cisl, “arrivano sempre più voci consistenti sull’imminente chiusura dello stabilimento di Pomezia dopo l’estate, con il rischio che almeno 100 addetti, il 60% donne, si trovino disoccupati”. Il problema, secondo i sindacalisti, potrebbe scoppiare a settembre.
Al sindaco Zuccalà Cgil e Cisl chiedono di coordinare un tavolo istituzionale di crisi “al fine di mettere in campo azioni capaci di contrastare o contenere l’impatto sul territorio, già di per sé gravato da chiusure e ristrutturazioni aziendali che ne hanno impoverito l’occupazione, indebolendo il tessuto sociale”.