Nell’era dell’egemonia dei social, dove tutto può (e deve) essere scattato, postato e condiviso, ancora c’è qualcuno che affida alle pagine bianche le sue emozioni. “Tempi duri per i romantici”, titolo emblematico e quasi specchio della società, è l’opera del giovanissimo Tommaso Fusari, classe 1992, un successo incredibile e inaspettato che è riuscito a giungere anche tra i banchi di scuola: in una classe del liceo Meucci di Aprilia è stato infatti recentemente assegnato agli studenti come lettura. Il libro, uscito a maggio del 2017, ancora registra una forte richiesta sul web (nonostante Tommaso sia in procinto di pubblicare il suo secondo libro, ancora una volta edito da Mondadori): la storia vede al centro Stefano, un 22enne di Pomezia che trascorre una vita tranquilla tra il lavoro, le serate a Trastevere con gli amici e una storia forse troppo tranquilla con Michela; l’inaspettato ritrovamento di un oggetto di circa 10 anni prima, però, apre un varco nella vita del protagonista, che ha così modo di rendersi conto di quanto la sua vita sia incompleta e infelice. Stefano ricorda quel primo amore, forse mai dimenticato, che ha il nome di Alice e nulla sembra essere più importante che andare a cercarla, anche a costo di stravolgere e perdere tutto. Una storia d’amore profonda, con i suoi drammi e i suoi colpi scena che racchiude in sé una serie di aspetti attualissimi e ricchi di riflessione. La completa assenza dei social network nel libro è uno di questi: «Non ho voluto fare alcun riferimento alla tecnologia nella mia opera – racconta il giovane Tommaso – proprio per dimostrare che si può arrivare a qualcuno senza per forza cercare su Facebook, anche se è il modo più semplice». C’è poi la cara e vecchia mancanza di autostima, sì forse una tematica su cui si è parlato già, ma mai abbastanza: «Noi giovani generazioni – continua Tommaso – abbiamo questa problematica: ci sentiamo spesso sbagliati e in tante occasioni mai all’altezza. Il protagonista del mio libro all’inizio è un po’ così: si crogiola nella sua vita infelice per paura di rischiare e di fallire, ha paura di non essere in grado di stravolgere tutto, ma poi dimostra soprattutto a se stesso che non è così e che con un pizzico di coraggio si può tutto». Che il libro sia stato assegnato come lettura in una classe è l’ennesimo evento inaspettato per Tommaso, ancora incredulo del successo registrato da due anni a questa parte: «Ovviamente il libro non è stato creato per una funzione didattica – dice – ma è chiaro che questo mi ha reso incredibilmente felice perché spero possa trasmettere qualcosa di positivo». E proprio su questo punto dirigiamo l’attenzione: cosa può dare Tempi duri per i romantici ai giovani del ventunesimo secolo? Quei giovani ormai abituati ad avere tutto a portata di un click, quei giovani che devono avere a che fare continuamente con modelli di bellezza perfetti e quei giovani costretti ogni giorno a sentire “Eh ai tempi miei…”? «In un’epoca in cui si legge pochissimo – afferma Tommaso – è chiaro che spero fortemente che il mio libro sia un modo per spingere i giovani a dedicarsi a questa sana abitudine. Spero poi che il protagonista sia d’esempio per qualcosa che ritengo davvero importante: il tempo. Noi giovani ne sprechiamo tantissimo e dobbiamo essere coscienti che non torna più indietro. Quindi ai miei coetanei, ai più giovani e ai più grandi dico: non gettatelo via per capire se una cosa è giusta o sbagliata, rischiate. Se sentite che è la strada della vostra vita, non perdete nemmeno un secondo e intraprendetela. Solo questo». Tommaso, che a quanto pare sarà presto ad Aprilia per un incontro con i giovani studenti, conclude puntando l’attenzione su un altro punto importante, che solo chi ha letto il libro potrà capire: “C’è una strategia ellittica alla base di tutto, una sorta di cerchio: dove tutto finisce, tutto può ricominciare”. E forse, anche questo è bene che i giovani di oggi non dimentichino mai.
Elisa Mariani