BAGNACANI, UN FIUME IN PIENA
Il manager ha parlato per quasi due ore, ricostruendo in ordine cronologico, con dovizia di particolari, tutti gli eventi che hanno portato alla bocciatura del bilancio 2017 dell’azienda municipalizzata da parte di Roma Capitale e la conseguente revoca degli amministratori, avvenuta all’inizio del mese di febbraio. Sul proprio operato l’ex ad Ama ha specificato: “Io non ho fallito alcun obiettivo, ero dentro un percorso che avrebbe portato l’azienda nella sua giusta dimensione, ma i manager dovrebbero durare tre anni e non certo 18 mesi…”. E ancora: “Ho sempre ricevuto durante il mio mandato, in piu’ occasioni e in modo sentito, l’apprezzamento da parte della sindaca: la certificazione che Bagnacani e il cda non hanno fallito gli obiettivi sta nel fatto che e’ stato nominato come amministratore unico il direttore operativo di Ama, che e’ il primo responsabile del sistema di raccolta, gestione impianti e fruibilita’ dei mezzi. Questa scelta dell’azionista implicitamente promuove l’azione che abbiamo fatto”, ha detto ancora Bagnacani. Che ha continuato: “Se per qualche motivo gli altri stakeholders dovessero credere che siccome il socio di Ama (Roma Capitale, ndr) ti chiede di cancellare dei crediti, con il potere che ha, tu lo fai, vuol dire che rendiamo l’azienda non piu’ credibile”, ha spiegato facendo riferimento in particolare alla scelta di non dare seguito alla lettera dell’assessore al bilancio Lemmetti, in cui gli chiedeva di cancellare i 18 milioni di crediti cimiteriali vantati da Ama verso il Campidoglio. “Un amministratore, nel rispetto della legge, deve considerare che non e’ solo il socio che mi ha chiesto di cancellare i 18 milioni ma si tratta di 18 milioni di un cliente, che guarda caso coincide col socio. Il contratto prevedeva che, in caso di diatribe tra Ama e il cliente Roma Capitale, ci si potesse rivolgere a un foro competente. Tutto cio’ non e’ stato fatto – ha aggiunto -. Come si puo’ pretendere che un amministratore recepisca una disposizione di questo tipo, in barba agli altri creditori dell’azienda? Noi non siamo al di sopra della legge. Il rapporto fiduciario non è dire si o voltarsi dall’altra parte ma lo e’ nel pieno rispetto della legge”.
LEMMETTI: MONTANARI E BAGNACANI? NON MI INTERESSANO LORO COMMENTI
Le dichiarazioni di Bagnacani sono giunte nel cuore del Campidoglio, con l’assessore Lemmetti che ha commentato con sarcasmo: “Non ho letto le dichiarazioni di Pinuccia Montanari e di Lorenzo Bagnacani. Sono una persona che non guarda nel fazzoletto dove si e’ soffiato il naso. Non mi interessano le dichiarazioni delle mie ex compagne, figuriamoci degli ex assessori o degli ex manager”. In compenso, a parlare è stata l’opposizione che, alla luce delle parole di Bagnacani, ha sottolineato la necessità di ulteriori audizioni e l’opportunità di invitare in commissione la sindaca Raggi. Preoccupazione è stata espressa dai consiglieri Patanè, Ghera, Righini, Minnucci e Ciani. La grillina Gaia Pernarella ha invece accusato Bagnacani e il management Ama per i disservizi verificatisi recentemente sulla raccolta dei rifiuti nella Capitale. Mentre la consigliera Di Biase, che ha richiesto la convocazione dell’audizione, ha puntualizzato: “E’ evidente che le vicende dell’Ama ci riguardano direttamente. In secondo luogo c’è la questione della natura pubblica di Ama e delle sorti degli oltre 7.800 dipendenti dell’azienda”.