Il lago di Castel Gandolfo continua ad essere un osservato speciale da vari enti ed associazioni ambientaliste, nel caso dei prelievi dell’Istituto Superiore di Sanità, anche con l’aiuto dei satelliti Sentinel. La scorsa settimana alcuni biologi dell’Istituto Superiore di Sanità, coadiuvati dalle guardie zoofile di Accademia Kronos di Albano, hanno perlustrato il lago con il gommone ecologico, con particolare attenzione al tratto compreso tra la via Panoramica e i campi di gara del Coni. Sono stati effettuati diversi prelievi, proprio mentre passavano i satelliti, che attraverso un sistema di trasmissione e di incrocio dei dati con il computer e il gps di bordo del gommone dell’Accademia Kronos li elaboreranno per scoprire eventuali inquinanti. I risultati si conosceranno solo fra qualche mese, ma da alcune indiscrezioni si sospetta che ci sia un inquinamento da batteri colifecali nella zona del versante Rocca di Papa-Ariccia-Albano del bacino lacustre. Le acque del lago esaminate di colore sospetto sono sotto i costoni ricadenti in questi comuni, dove insistono insediamenti urbani, ville isolate e strutture religiose . I rilievi effettuati l’estate scorsa da Goletta dei Laghi di Legambiente hanno evidenziato proprio in questa zona, una concentrazione di batteri molto elevata, al limite che definisce la balneabilità. Si aspettano comunque le analisi di Arpa Lazio, uno degli istituti di ricerca regionale, insieme alla Asl Roma 6,abilitato a decretare la balneabilità dei bacini lacustri a livello locale. L’anno scorso le analisi di Arpa Lazio effettuate in 3 punti del bacino lacustre verso il lungolago di Castel Gandolfo hanno definito la qualità delle acque abbastanza buona. Il pericolo inquinamento preoccupa residenti e associazioni locali. «Pochi giorni fa – afferma Fabio Angeletti, responsabile dell’Associazione Castel Gandolfo in Movimento – al centro del lago è comparsa all’improvviso una chiazza di colore marrone che andava proprio in direzione della via Panoramica. Molti hanno potuto osservarla e non crediamo neanche che siano le alghe. Probabilmente ci sono ancora utenze private che scaricano direttamente nel lago, non attaccate all’impianto fognario circumlacuale costruito anni fa dalla Acea, grazie alla giunta regionale guidata dal presidente Storace ». La qualità delle acque del lago di Castel Gandolfo è andata via via migliorando quando appunto nel 2010 è stata costruita la circumlacuale, anello fognario che circonda l’intero bacino del lago. Maurizio Colacchi, sindaco dell’epoca ha concesso a tutti i residenti 150 giorni per allacciarsi alla fogna, ma si sospetta che non tutti abbiamo seguito questa prescrizione anche perché in alcuni i casi i privati dovevano dotarsi di costosi impianti di sollevamento per l’allaccio. Invece da sempre è dibattuto il problema delle alghe, la cui imponente fioritura negli anni 2007-2008 costrinse gli amministratori a emettere divieto di consumo di pesce del lago e di balneabilità. Negli ultimi anni il fenomeno sembra ridimensionato e ascrivibile al ciclo naturale di un ecosistema acquatico, ma l’attenzione su questo fenomeno rimane sempre alta, e la presenza di alghe invernali è al momento presente secondo quanto accertato dagli ultimi esami e prelievi in acqua dall’Istituto Superiore di Sanità, sulle cui indagini vige al momento il più assoluto riserbo . Nelle foto i prelievi dell’istituto superiore di sanità e della guardie zoofile Accademia Kronos al lago di recente.
07/03/2019