Spostare la sede del Comune di Albano, situata dentro palazzo Savelli, nel vicino palazzo Corsini, lo storico edificio di Borgo Garibaldi di proprietà del municipio albanense dove è collocata la direzione generale della Asl Roma 6. Traslocare la sede della Asl Roma 6 da Palazzo Corsini al ‘vecchio’ ospedale San Giuseppe di Albano, completamente vuoto e inutilizzato da quando è operativo il nuovo ospedale dei Castelli. Infine trasformare l’attuale sede del Comune di Albano, per l’appunto Palazzo Savelli, in un centro di riferimento culturale, anziché in una sede operativa municipale, dove ospitare mostre, concerti e convegni e dove promuovere eventi di associazioni e istituzioni culturali, nazionali e internazionali, anche di prestigio, come avviene nei vicini Palazzi Chigi a Ariccia, Palazzo Sforza Cesarini a Genzano, Palazzo Ruspoli a Nemi o alle scuderie Aldobrandini a Frascati. È il trittico di proposte civiche che i presidenti dei comitati di quartieri di Albano hanno intenzione di sottoporre al sindaco di Albano, Nicola Marini, e al direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, nel corso di una assemblea pubblica che si terrà tra qualche settimana in città.
IL PATTO DI FERRO TRA REGIONE, ASL E COMUNI
«La nostra idea – ci racconto all’unisono i presidenti Paolo Zonetti (Miramare), Valter Sartori (Montagnano), Salvatore Stefanelli (Pavona), Sergio Micillo (Stella) e Arturo De Marzi (Villa Ferrajoli) – nasce dall’accordo di programma del 2006, ovvero dal patto scritto e sottoscritto da Regione Lazio, Asl Roma 6 e comuni di Albano, Ariccia e Genzano, in cui è indicato esplicitamente il ruolo che avrebbe assunto l’ex l’ospedale San Giuseppe dal momento in cui sarebbe entrato in funzione il nuovo ospedale unico dei Castelli. Nell’accordo – spiegano – è previsto difatti che il secondo e terzo piano della ‘vecchia’ struttura sanitaria sarebbero divenuti la sede di tutti gli uffici Asl, oggi collocati a palazzo Corsini, ed anche degli ambulatori pubblici attivi nella sede sanitaria distaccata di via delle Gallerie di Sotto. Mentre l’intero piano terra del San Giuseppe, sarebbe diventato un distretto socio-sanitario interamente dedicato ai cittadini di Albano, con laboratori di diagnostica (tipo la TAC) e un grosso numero di medici di base. Al contrario – sottolineano i presidenti – la giunta Marini, con un’apposita delibera, ha chiesto alla direzione generale della Asl di poter utilizzare l’intero ospedale con l’obiettivo di mantenerne la destinazione sanitaria e sociosanitaria, ma calpestando così il piano scritto e sottoscritto 12 anni fa da ben cinque Enti pubblici. La domanda – incalzano – sorge spontanea: perché non si parla più dell’accorpamento degli uffici e degli ambulatori della Asl Roma 6 nel ‘vecchio’ ospedale?»
Il RILANCIO DEL TRIDENTE SEICENTESCO
«Il trasferimento della direzione generale della Asl Roma 6, oggi situati a Palazzo Corsini, nell’ex ospedale San Giuseppe – aggiungono i presidenti – una infinità di spazi pubblici in posizione molto centrale. La nostra proposta – annunciano a il Caffè – è di trasformare Palazzo Corsini nella nuova sede comunale. In modo da unificare i tanti uffici comunali sparsi per la città in un’unica grande sede che sarebbe a quel punto dotata anche di un grande parco. Con la possibilità di avere una sede di prestigio nel centro storico, ben collegata anche con la parte “bassa” della città, grazie all’apertura del cancello su via Trilussa. Soluzione che potrebbe diventare il perno di un progetto più ampio e generale di rilancio di tutto il centro storico, con la riqualificazione del tridente barocco, la realizzazione di isole pedonali e di veri e propri centri di artigianato e di ristorazione di qualità».
LA LUNGA LISTA DEGLI IMMOBILI PUBBLICI IN DISUSO
«È evidente che questa – notano i presidenti – è soltanto una delle possibili alternative che si presenteranno una volta che il Comune ritornerà ad avere a disposizione tutti e quattro i piani di Palazzo Corsini, con annesso parco pubblico. E, comunque, questo edificio si aggiungerebbero alla lunga lista di immobili di proprietà pubblica in completo disuso o comunque ampiamente sottoutilizzati, quali il casale di Villa Contarini a Pavona, l’ex mattatoio di via Trilussa, l’ex ISFOL sotto Villa Doria e infine l’ex tribunale di via Donizetti. Alcune di queste strutture versano nel degrado e anche le altre, se non si utilizzano, presto potrebbero fare la stessa fine». «SI APRA UN DIBATTITO PUBBLICO» «Per rilanciare la città di Albano – concludono i presidenti dei comitati di quartiere – è necessario aprire un dibattito pubblico che porti a recuperare risorse dagli affitti passivi, razionalizzare gli uffici comunali, ognuno dei quali, oggi, ha un proprio sportello aperto al pubblico per poche ore a settimana, adattandoli alle esigenze dei cittadini. Concentrando le risorse su sportelli polifunzionali, come è in uso ormai in parecchi comuni e in primo luogo nelle Frazioni di Cecchina e Pavona».