LA POSIZIONE DELLA GIUNTA ZINGARETTI
Ma ripartiamo dall’inizio. A fine novembre la Giunta Zingaretti ha annunciato quella che ritiene essere una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione delle sedi regionali romane in cui lavorano 760 dipendenti e 55 dirigenti, per un totale di 815 lavoratori. La scelta, almeno secondo i proponenti, provocherà un risparmio consistente per le casse dell’Ente visto che la spesa per i canoni d’affitto passerà dagli attuali 12 milioni e 211mila euro all’anno a soli 3 milioni e 630mila, con un risparmio annuo di 8 milioni e 581mila euro. La “metà dei soldi risparmiati, ovvero più di 4 milioni di euro all’anno, verranno investiti dalla Regione Lazio sui fondi destinati agli stipendi dei lavoratori». Così ci ha raccontato un rappresentante regionale dei sindacati confederali che preferisce restare anonimo. «La cifra netta che il singolo lavoratore si troverà in più in busta paga è pari – ha spiegato – a circa 150, forse 200 euro al mese». Si tratterebbe, in ogni caso, di un trasferimento temporaneo visto che l’intenzione della Regione Lazio resta quella di costruire nel prossimo futuro un “polo unico regionale di proprietà dell’Ente”, così si legge nei documenti che il Caffè ha potuto consultare, da costruire con i soldi risparmiati sui canoni d’affitto.
LA GUERRA DEI NUMERI
Un quarto dei dipendenti sono contro il trasferimento ed hanno firmato il ricorso della Direr, il sindacato dei dirigenti. «Ma – ci racconta una fonte sindacale che preferisce non comparire – puntiamo a raccogliere entro qualche giorno altre firme e raggiungere le 300 persone. Non c’è funzionalità nella scelta di una nuova sede privata non definitiva: ha senso – sottolinea – spostarci in una nuova sede privata ancora provvisoria? Secondo noi, no. La legge – argomenta – obbliga gli Enti pubblici a spostarsi in una sede pubblica. Dopo i 100 milioni di euro spesi in passato per il trasferimento nel grattacielo di via Cristoforo Colombo della ex Provincia, ora si spendono altri soldi per spostarsi in una nuova ed ennesima sede privata. L’ex palazzo Ericsson nasce tra l’altro come immobile D8, ovvero come struttura in cui svolgere attività commerciali. Solo in seguito sarebbe stata ‘trasformata’ in struttura atta ad accogliere ‘Pubblici Uffici’. Così facendo, il Comune di Roma non riceverebbe più l’Imu, l’Imposta Municipale Unica. Vi dovrà essere quindi un incontro tra Ragione e Campidoglio».
ISTRUTTORIA CARENTE
«Il cronoprogramma – assicura la fonte de il Caffè – prevede l’inizio del trasloco entro luglio, la sua conclusione entro dicembre. Abbiamo chiesto l’accesso agli atti del cronoprogramma, ma non ci hanno ancora risposto. Nelle delibere infine – conclude la fonte de il Caffè – non si parla di un accordo sui mezzi pubblici, ovvero la navetta da e per la nuova sede unica che dovrà collegare la stazione della metro A – Anagnina con il palazzo dell’Ericsson». Entro qualche settimana, la palla passerà ai giudici del Tar che ci diranno se il trasloco è legittimo o meno.
USB CONTRO LA DECISIONE DI ZINGARETTI
“Le procedure di trasferimento presentano gravi profili di illegittimità – rincara la dose con un comunicato USB, l’Unione Sindacale di Base – tanto che già quasi 200 dipendenti regionali hanno sottoscritto un ricorso al TAR per ottenere l’annullamento e/o la revoca della decisione regionale. Qualora la Regione non desista dal mettere in atto le illegittime procedure di trasferimento, metteremo in atto gli ulteriori interventi previsti dalle norme sindacali, amministrative e giudiziarie per ottenere il riconoscimento della dignità dei lavoratori regionali”.