Mancano all’appello 64 milioni di euro all’anno per attivare i 208 posti letto ancora mancanti ed assumere almeno 250 dipendenti. Soldi necessari a portare a pieno regime il nuovo ospedale dei Castelli ed evitare che si trasformi in una cattedrale nel deserto. La grossa struttura sanitaria è stata inaugurata a dicembre scorso in pompa magna, alla presenza delle massime autorità politico-istituzionali regionali e locali. È situata ad Ariccia, in località Fontana di Papa, lungo la via Nettunense. Ha preso il posto dei tre ‘vecchi’ ospedali di Albano, Ariccia e Genzano. Oltre all’area castellana, servirà anche il resto dei Comuni che rientrano nel bacino della Asl Roma 6, a cominciare da Aprilia, Anzio, Nettuno, Cisterna, Ardea e Pomezia, per un totale di oltre 600mila persone. I sanitari che vi lavorano, con cui il Caffè ha parlato più volte nle corso degli ultimi mesi, lamentano due gravi ordini di problemi: la carenza di posti letto e la carenza personale. Per risolverli entrambi, la Regione deve stanziare quanto prima i fondi necessari per far fronte a tali e improrogabili esigenze, in modo da portare la nuova struttura sanitaria ad una dotazione di posti letto e di personale adeguata al grosso bacino di pazienti che è chiamato a servire.
208 posti letto costano 156mila € al giorno
I posti letto attivi nei tre ‘vecchi’ ospedali di Albano, Ariccia e Genzano erano 344, per la precisione 130 al San Giuseppe di Albano, 105 allo Spolverini di Ariccia e 109 al De Santis di Genzano. Tutti questi 344 posti letto avrebbero dovuti essere riattivati nel nuovo ospedale unico castellano. Così prevede l’accordo di programma sottoscritto nel 2007 da Regione Lazio, Asl Roma 6 e Comuni di Albano, Ariccia e Genzano. Si tratta del patto con il quale è stata pianificata la chiusura delle tre storiche strutture sanitarie dei Castelli e l’apertura del nuovo polo della sanità laziale. Al contrario, nel nuovo ospedale unico sono attivi al momento solo 135 posti letto. Da dicembre scorso, sono quindi 208 i posti letto che la Asl Roma 6 ha perso per strada. Ogni posto letto costa al Sistema Sanitario regionale una cifra pari, in media, a 750 € al giorno, ovvero 156mila euro al giorno: circa 57milioni di euro l’anno.
250 lavoratori costano 7,5 milioni di €
Nel nuovo ospedale c’è però anche il problema del personale, del “tutto insufficiente – così ci riferiscono medici e infermieri – ad assolvere alle funzioni per cui è stato costruito ed attivato”. All’appello mancano non meno di 250 lavoratori. Non a caso, nel 2018 la Asl Roma 6 aveva pubblicato due bandi da 14 milioni di euro. Il primo, scaduto il 7 febbraio dello scorso anno, valeva poco più di 3 milioni di € e serviva ad assumere 150 lavoratori a tempo determinato da assumere per 12 mesi e destinare a vari settori: sicurezza, receptionist, centralino e assistenza tecnica delle apparecchiature elettromedicali. Il secondo bando, scaduto il 14 agosto 2018, da 11 milioni e 100mila euro per assumere 100 dipendenti amministrativi da assumere per 36 mesi. Entrambe le procedure pubbliche sono state congelate dai dirigenti della Asl Roma 6 e mai più riattivate. In più, è probabile che servano anche altri medici e infermieri. La fine del Commissariamento della sanità del Lazio, preannunciata a dicembre scorso dal Governatore Zingaretti, non avrà seguito. Il Lazio – così ha stabilito il Ministero della Salute Pubblica – non ha raggiunto gli obbiettivi economico-finanziari prefissati a livello nazionale. Salterà, quindi, anche il previsto sblocco delle assunzioni? Qual è il cronoprogramma dell’avvio dei 208 posti letto ancora mancanti nella nuova struttura sanitaria? Lo abbiamo chiesto all’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, e al dg della Asl Roma 6, Narciso Mostarda. Restiamo in attesa di una loro cortese risposta.