Perché Devis corre, corre sempre. Corre sei giorni a settimana con i suoi tecnici della Nuova Era e con papà Lello. Tutti i giorni, tranne il sabato: perché da otto anni è aiuto-catechista alla parrocchia di San Giuseppe Lavoratore. Ma la sua è una corsa che parte da lontano, nel luglio del 1979, insieme a sua sorella gemella Cinzia.
“Non si sapeva che fossero due – ricorda mamma Elvira – è stata una sorpresa, ma anche una grande gioia. Abbiamo dovuto fare i conti con l’inaspettata diagnosi di pseudoipoparatiroidismo. Una disfunzione che abbiamo trattato precocemente. Devis era rigido, legnoso nei movimenti. Eravamo però sicuri che le attività motorie e il gioco in palestra avrebbero migliorato molto il suo sviluppo. Io ho lasciato il lavoro in fabbrica per seguire i miei figli il più possibile, anche nella socializzazione, nell’arricchimento del linguaggio. Quest’opportunità di andare ai giochi mondiali ci fa capire che le nostre scelte, come famiglia, sono state giuste. Devis è felice, sereno, si dà da fare in ogni attività. Da bravo scout è generoso e altruista. Ha raggiunto un buon grado di autonomia e lo sport è stato determinante per arrivare fin qui”. (…)
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