La caserma Santa Barbara di Sabaudia ha ospitato ieri mattina la troupe del TG5 per documentare i progressi del programma di difesa anti-drone.
Lo studio ha avuto un forte incentivo negli ultimi anni proprio con la diffusione dei droni, strumenti sempre più comuni sia a livello amatoriale sia in ambito professionale (come ad esempio nel campo della fotografia). Nella stessa misura però questi piccoli velivoli, controllati a distanza, economici e di facile realizzazione hanno la possibilità di arrivare ovunque senza dare nell’occhio. Caratteristiche ideali per portare una minaccia “non convenzionale” dalla terza dimensione (il cielo) e dalle bassissime quote.
“La Difesa ha voluto sviluppare la capacità di difesa anti-drone in virtù del fatto che la minaccia sta diventando sempre più consistente”, spiega il comandante dell’artiglieria controaerei, generale di brigata Antonello Zanitti. “Questa minaccia non viene adoperata solo per contrastare attività militari ma può colpire anche obiettivi civili”.
Come è stato spiegato nel servizio andato in onda ieri, per la natura dell’utilizzo l’abbattimento del drone può risultare eccessivamente pericoloso (visti i danni che ne potrebbero derivare), risulta invece più efficace agire sulle frequenze del comando del dispositivo che, disturbato nella guida, verrebbe di fatto inibito.
Una capacità importante quella della difesa dai droni che troverà il suo naturale sviluppo presso il Centro di Eccellenza in via di costituzione proprio nella caserma Santa Barbara di Sabaudia.