Lo scandalo tributi approda nuovamente in un’aula di tribunale. Chiuse le proprie indagini sulla società Tributi Italia e ritenendo che, tra numerosi episodi di bancarotta e un lunghissimo elenco di casi di peculato, la spa che si occupava della riscossione delle tasse locali per numerosi enti italiani abbia fatto sparire centinaia di milioni di euro, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci manager. Tra gli enti danneggiati i Comuni di Aprilia, Pomezia e Nettuno.
Concentrando la propria attenzione sui mancati riversamenti dei tributi incassati per 72 Comuni italiani, il pm Stefano Pesci ha chiesto un processo per i vertici di Tributi Italia, dichiarata insolvente nel 2010 dal Tribunale di Roma, e per imprenditori di società collegate. A rischiare il rinvio a giudizio sono così Giuseppe Saggese, Patrizia Saggese, Pasquale Froio, Mario Ortori, Laura Limido, Pasquale Leobilla, Cosima Celino, Angelo Pecere, Mario Antelmi e Angelo Marraffa. Secondo gli inquirenti, al Comune di Aprilia, tra il 2007 e il 2009, sarebbero stati sottratti oltre 27 milioni e mezzo di euro, relativi appunto ai tributi locali versati dai cittadini e alle entrate patrimoniali. Un danno per cui il sindaco Antonio Terra ha preannunciato che il Comune si costituirà parte civile. Il Comune di Pomezia sarebbe invece stato privato di quasi 153 milioni di euro. Si tratta dei mancati riversamenti delle somme incassate per l’Ici, la Tarsu, le entrate patrimoniali e la gestione patrimoniale del patrimonio immobiliare comunale tra il 2000 e il 2002 e poi nel 2007 e degli altri tributi riscossi fino al 2009. Due Comuni in cui la spa era entrata come socio privato della società mista creata per gestire il servizio, la tristemente nota Aser. A Nettuno, dove la società di Saggese era invece entrata come socio privato della Nettuno Servizi, sarebbero stati sottratti quasi 133 milioni di euro. Si tratta anche in questo caso delle somme pagate dai cittadini per l’Ici, la Tarsu, i tributi sulla pubblicità, sulle affissioni e sul suolo pubblico, oltre che degli interessi maturati su quei pagamenti. Somme enormi per i tre Comuni, messi in crisi da quei mancati riversamenti e che, trovandosi senza delle entrate fondamentali, non hanno potuto investire il denaro dei cittadini in servizi e opere pubbliche. A pronunciarsi sulle richieste di giudizio per i dieci imputati sarà, il prossimo 16 aprile, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Costantino De Robbio. E occorrerà vedere se, oltre ad Aprilia, decideranno di costituirsi parte civile e chiedere i danni anche i Comuni di Pomezia e Nettuno.