“A seguito delle recenti variazioni nella classificazione delle acque marine, emanate dalla Regione Lazio, è bene precisare che per i pescatori professionisti poco o nulla cambia: il nostro prodotto, una volta pescato, viene conferito in appositi centri di stabulazione grazie ai quali è possibile immettere sul mercato un prodotto depurato e certificato, il tutto tracciabile nel pieno rispetto della legge e soprattutto della salute dei consumatori”. A parlare è il presidente della cooperativa pescatori Stella Marina di Torvaianica, Roberto Camerota, che precisa: “Tutt’altro problema è quello derivante da una pesca “amatoriale” che altro non è che pesca abusiva: le telline pescate illegalmente vengono vendute direttamente senza nessun controllo o trattamento. Va detto che la vendita diretta di frutti di mare non è consentita in nessun caso: il prodotto deve sempre avere la certificazione di legge, ciò che avviene acquistando un prodotto illegale è mettere a rischio la propria salute e il lavoro di chi vive regolarmente di pesca, con professionalità e serietà”.
“Il nostro lavoro è già fortemente penalizzato da una serie di eventi ambientali, primi fra tutti lo scarso controllo dei fiumi che scaricano in mare ogni genere di inquinante e depuratori mal funzionanti. Noi paghiamo per primi colpe non nostre – aggiunge Camerota, rivolgendosi ai consumatori – dobbiamo tutelare il nostro lavoro e soprattutto la salute pubblica. Non favorite il mercato clandestino acquistando prodotto illegale, la salute non è un gioco. Come presidente della cooperativa pescatori Stella Marina mi sento di fare un appello alle istituzioni locali, in primis ai sindaci di Pomezia, Adriano Zuccalà, e di Ardea, Mario Savarese, affinché con gli strumenti a loro disposizione impediscano la vendita illegale dei molluschi che, come acclarato dagli enti competenti, genera seri rischi per la salute pubblica“.