“Innanzitutto- ha aggiunto Rosati- il tavolo delle associazioni dei produttori e i trasformatori ha riconosciuto alla Regione Lazio la tempestività e l’impegno su questo problema. Come Arsial faremo iniziative di promozione per sostenere la qualità del latte del Lazio e dei suoi prodotti, oltre a una adeguata comunicazione, per esempio nelle scuole con il progetto ‘Sapere i sapori’, per instaurare una grande alleanza tra i produttori e i consumatori basata sulla qualità del latte del Lazio”.
Al tavolo “è emersa una critica alla gestione del Consorzio del pecorino romano che però vede una regia in Sardegna. Nella nostra regione il panorama è migliore, perché qui c’è già un sistema per cui ad alcuni pastori viene pagato il latte sulla base del principio della qualità- ha spiegato Rosati- e questo consente ad alcune aziende che lavorano bene di ricavare qualche centesimo in più. A oggi, la media del prezzo del latte nel Lazio è di circa 80-85 centesimi al litro”.
Il presidente Arsial ha poi spiegato che “abbiamo istituito una commissione paritetica che ci consentirà di sviluppare al massimo il concetto tracciabilità e qualità del prodotto, in modo che il consumatore possa distinguere il latte della regione Lazio. Questo- ha detto ancora Rosati- porterà a un disciplinare con delle etichette che permetteranno di riconoscere il prodotto”.