SCARTI DI EDILIZIA E COSTRUZIONI E… UN FRANTOIO – La Menfer srl ha richiesto alla Regione di poter aumentare la capacità complessiva dell’impianto fino a 30.800 tonnellate di rifiuti all’anno da avviare a recupero, con un incremento del 10% rispetto all’autorizzazione precedente. I rifiuti di cui parliamo sono di tre tipologie: la prima e più cospicua (26.800 ton/a) è quella dei materiali di scarto dell’edilizia e delle costruzioni, purché privi di amianto: laterizi, intonaci, cemento armato e non, traversoni e pali ferroviari, telematici ed elettrici, frammenti di rivestimenti stradali. Con il nuovo progetto la Menfer srl chiede di poter trattare anche imballaggi, scarti, rottami e frammenti di vetro per una quantità totale di 3.500 tonnellate annue. Infine più marginali (500 ton/a) sono i conglomerati bituminosi e i frammenti di piattelli per il tiro a volo. Si legge anche che la società ha chiesto di poter introdurre “nella linea impiantistica” un “nuovo frantoio, da utilizzarsi in alternativa, e mai in contemporanea, a quelli già autorizzati”.
IL SEQUESTRO DEL 2017 – La Regione, nel ricostruire la storia dell’impianto di Valle Caia, mette nero su bianco anche un sequestro preventivo disposto dal tribunale del Riesame di Roma nel dicembre del 2017. “Sono emerse – si legge nella determina – alcune incongruenze e profili di non conformità rispetto alla normativa ambientale vigente quale il mancato avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (…) in ragione dei quantitativi di rifiuti non pericolosi recuperati superiori alle 10 ton/giorno”. Nel marzo del 2018, tuttavia, il giudice per le indagini preliminari ha autorizzato la prosecuzione delle attività “procedendo nel contempo a sanare la violazioni eventualmente riscontrate”.
CONSORZIO DI BONIFICA E ASL CHIEDONO CHIARIMENTI – Qualche dubbio sul progetto è stato sollevato da Consorzio di bonifica e Asl Roma 6, che hanno chiesto delucidazioni su alcuni punti. Il Consorzio, nel novembre 2018, ha rilevato “la carenza dell’autorizzazione per le realizzazione di opere idrauliche (…) relativamente allo scarico di acque di seconda pioggia nel fosso della Muratella”. La Asl, in particolare il Dipartimento di prevenzione – Servizio Igiene e Sanità pubblica dei Comuni di Pomezia – Ardea, ha presentato nell’agosto del 2018 “richieste di chiarimento e d’integrazione relative alla pratica in esame, che vengono evidenziati temi di criticità ambientale, quali inquinamento diffuso della falda idrica, rischio di inquinamento in atmosfera e delle emissioni acustiche, oltre che una richiesta di maggiore chiarezza espositiva della documentazione impiantistica”. Osservazioni di carattere igienico-sanitario che la Asl ha ribadito anche a dicembre 2018. Come condizione per l’esclusione dalla V.I.A., la Regione ha precisato che la Menfer dovrà rispondere adeguatamente ai due enti pubblici.