Come già avvenuto alla fine di dicembre del 2010 a Civitavecchia, i pastori sardi sono riusciti ad evidenziare con successo la loro problematica, in modo particolare il crollo del prezzo del latte delle pecore, da loro allevate con tanta passione e tanto sacrificio. “La nostra associazione, Aspal Lazio – dichiara il presidente Stefano Giammatteo, rappresentante degli iscritti della Regione di cui un gran numero è composto da pontini – non solo sostiene con forza i pastori sardi per quello che stanno facendo, ma si complimenta per la loro capacità unitaria di azione nel rivendicare i loro diritti, così come avvenne il 28 dicembre 2010, a Civitavecchia, quando vennero presi come ostaggio dalle forze dell’ordine di allora, per poi essere rispediti sulla nave come se fossero delle bestie”.
“Alla luce di quello che stiamo vedendo in questi giorni, nelle televisioni e quotidiani nazionali, dove viene evidenziato continuamente il latte che i pastori buttano per strada, invitiamo i produttori agricoli del nostro territorio a prendere esempio dai sardi, e valutare attentamente se anche qui da noi, per il prezzo dell’uva da vino e dell’ortofrutta, non sia il caso di imitarli, nel rispetto delle regole e della nostra costituzione. Anche perché, dalla nostra Regione, non abbiamo avuto ancora nessuna risposta in merito alle nostre problematiche da noi elencate più volte ultimamente; quindi non possiamo continuare a fare le pecore sul nostro territorio, mentre in altre zone d’Italia, i nostri colleghi si mobilitano per difendere le loro pecore e i prodotti che ne derivano!”.