I Finanzieri del 3° Nucleo Metropolitano di Roma, insospettiti dagli atteggiamenti dei due indiani e dal carico che trasportavano, li hanno identificati. I due, risultati già arrestati in passato per spaccio di sostanze stupefacenti, avevano al seguito 7 borsoni di grandissime dimensioni che contenevano i bulbi di papavero da oppio confezionati in sacche di plastica termosaldate al fine di non far percepire l’odore della droga.
Gli indiani fermati, entrambi residenti in provincia di Latina, erano diretti, con l’ingente carico di sostanza stupefacente, proprio nell’agro pontino. I bulbi già divisi in dosi da 100 grammi ciascuna, in pacchetti sigillati, sarebbero stati “distribuiti” alla comunità asiatica del basso Lazio.
I bulbi di papavero da oppio sequestrati potevano essere utilizzati per estrarre la materia prima per la produzione dell’eroina oppure, una volta ridotti in polvere, essere fumati o masticati, in particolar modo dai braccianti agricoli indiani, pachistani e bengalesi insediati nella provincia pontina. Infatti, tra gli effetti psicotropi di questa droga, vi è anche quello di ridurre la sensazione di fatica permettendo così ai lavoratori di far fronte al duro lavoro nei campi.
I due trafficanti sono stati tratti in arresto per traffico di sostanze stupefacenti e condotti presso il carcere di Regina Coeli a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.