LA LOTTIZZAZIONE ‘ABORTITA’
Il contenzioso nasce da una grossa lottizzazione promossa da Ace srl nel 2005 su un terreno privato di oltre 8 ettari, l’equivalente di 16 campi di calcio di serie A, in località Villafranca, al confine con la frazione di Cecchina di Albano. Il piano di urbanizzazione, approvato con il via libera della Regione Lazio e della ex Provincia di Roma, prevedeva la costruzione di 27 ville e due palazzi a 3 piani. Ma anche case popolari, uffici pubblici e privati, un centro commerciale e un centro sportivo. La lottizzazione avviata dall’ex sindaco di centro-destra, Vittorioso Frappelli, saltò dopo tre anni, quando il cantiere era già in corso, poiché il terreno prescelto su cui si ergeva uno storico uliveto il 9 agosto 2003 era stato colpito da un violento incendio. Evento che la società Ace srl aveva sottaciuto nelle proprie richieste di edificazione. L’avvio di attività edilizia su terreni percorsi dal fuoco è vietata per 15 anni. A stoppare i lavori fu la giunta capitanata dall’ex sindaco e attuale consigliere di minoranza, Emilio Cianfanelli. L’intera area è tornata edificabile lo scorso 10 agosto 2018.
IL COMUNE DI ARICCIA ALZA LA VOCE
Gli avvocati che difendo il Municipio ariccino, i legali Vito Bellini e Maurizio Dell’Unto, hanno avanzato a loro volta per conto del Municipio ariccino e contro la Ace srl una richiesta di risarcimento danni da 5 milioni di euro. Così si legge nelle carte da loro consegnate alla seconda sezione Civile del Tribunale di Velletri, presieduta dalla dottoressa Paola Pasqualucci. L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Roberto De Felice, accusa il curatore di aver avviato una causa giudiziaria “temeraria”, ovvero in malafede e con la consapevolezza di avere torto. Secondo il Comune, la causa avviata da Ace srl contro il Municipio starebbe provocando “danni d’immagine al Comune e al decoro e alla reputazione del sindaco, degli assessori e dei dirigenti e dipendenti dell’Ente locale che hanno interferito con la presente procedura Ace srl”. Il Comune lamenta inoltre costi altissimi per pagare i dirigenti e dipendenti comunali e i professionisti esterni, principalmente avvocati e commercialisti, che da 15 anni difendono il Comune dalle innumerevoli pretese giudiziarie avviate da Ace srl. Pretese che fino ad ora non hanno mai trovato conforto in una sentenza giudiziaria.
PRESSIONE SUI CONSIGLIERI COMUNALI?
“Peraltro – scrivono testualmente i due avvocati – si noti che Ace srl ha notificato l’atto di citazione (ovvero copia delle carte giudiziarie, ndr) personalmente a tutti i consiglieri comunali, senza però chiamarli formalmente in giudizio. Facile immaginare che tale modus operandi – concludono i due legali – ha avuto lo scopo di pubblicizzare al massimo la richiesta risarcitoria, volendo al contempo screditare l’operato dell’Amministrazione stessa”. La prossima puntata della saga, sarà la pubblicazione della sentenza di primo grado, attesa entro poche settimane.
CARRUBBI ‘DIMENTICA’ REGIONE, PROVINCIA E GESSICA 90 SRL
Tra l’altro, il curatore di Ace srl ha deciso di chiedere un risarcimento record da 35 milioni e mezzo di euro, ma solo nei confronti del Comune di Ariccia, senza chiamare in causa la società Gessica 90 srl, riconducibile alla nota famiglia di costruttori Ramacci di Albano. Nel 2004, Gessica 90 srl aveva venduto ad Ace srl quei terreni dichiarando espressamente che “non erano mai stati interessati da incendi”. Dichiarazione che poi si è rivelata essere del tutto infondata. E senza chiedere i danni anche alla Regione Lazio e all’ex Provincia di Roma, che pure avevano dato il via libera alla lottizzazione.