Il testo ci conduce, tra diversi flashback, fino agli anni Novanta, negli interni di un caseggiato napoletano, un luogo assai sgarrupato a causa di un cedimento strutturale, ricreato con perizia sul palcoscenico dallo scenografo Tiziano Fario.
Qui convivono inquilini assai speciali, tutti interpretati dagli attori storici della compagnia. Ecco allora Carmela Amedeo, cacciatrice di topi con tanto di fucile, c’è Alfredo Cafiero, l’intellettuale del gruppo, Alce Nero, così chiamato perché in perenne conflitto con un mondo che vorrebbe cambiare; mentre Sotterrato non è presente in scena, la sua voce proviene da un water, abitandoci lui sotto; ci sono poi Lucia Spadaro e il figlio Enzo, entrambi in balìa di eventi a cui non sanno opporre risposte convincenti.
Ancora una volta la tradizione di Eduardo viene innestata in una coralità di personaggi che rimanda a sua volta alla tragedia greca, per un teatro che si fa portatore di situazioni e verità che difficilmente, questo appare il nostro triste destino, avremo il coraggio di cambiare.
La compagnia teatrale Punta Corsara nasce nel 2007 come progetto di impresa culturale della Fondazione Campania dei Festival per il Teatro Auditorium di Scampia e diventa nel 2010 associazione culturale indipendente. Vince il Premio Speciale Ubu 2010 e il premio Hystrio – Altre Muse 2010. Marco Martinelli e Debora Pietrobono, direzione artistica e organizzativa fino al 2009, hanno affidato la guida del progetto ad Emanuele Valenti e Marina Dammacco, loro assistenti sin dall’inizio del percorso che oggi vede il gruppo corsaro costituito dai giovani attori, organizzatori e tecnici che hanno preso parte al percorso triennale di formazione ai mestieri dello spettacolo.