È in arrivo altro cemento pubblico-privato ai Castelli Romani, nei comuni di Albano, Castel Gandolfo e Velletri. Le nuove costruzioni verranno realizzate “tra la via Appia nuova e la via Pontina, le due direttrice stradali” che sono finite sotto la lente d’ingrandimento dell’ultimo rapporto sul Consumo di Suolo 2018 di Ispra, l’Istituto Superiore di Protezione Ambientale del Ministero dell’Ambiente. Nell’anno appena trascorso, l’erosione di territorio è aumentata in tutta Italia e anche nei meravigliosi borghi castellani. E non sembra che nel prossimo futuro andrà meglio.
ALBANO: PALAZZO DELLO SPORT DA 500 POSTI, DENTRO VILLA ALTIERI
“Sì” al cemento anche dentro Villa Altieri, una bellissima area verde che risale al 1700, grazie ad un un voto del Consiglio comunale di Albano arrivato tra Natale e Capodanno, lo scorso 27 dicembre. “I signori Roberto Gentili e fratelli e Matteo Frasi – si legge tra le carte comunali – hanno delegato la società ‘Albano Laziale Costruzioni srl’ ad inoltrare proposta di Programma Integrato” edilizio all’Uffici tecnico comunale tra il 29 ottobre e il 19 novembre scorsi”. Tre le strutture previste. La prima: “una struttura sportiva pubblica (ovvero un palazzo dello sport, ndr) coperta con campo polivalente, con 500 posti a sedere, idoneo ad ospitare attività agonistiche livello Silver n.1, in località Villa Altieri (…) l’area sulla quale è prevista la realizzazione della Struttura Sportiva Pubblica risultava già essere stata individuata per tale finalità nei vecchi Patti Territoriali delle Colline Romane”, ma mai portati a termine in passato. Il palazzone sorgerà su una storica area verde di Albano conosciuta come Villa Altieri, situata tra la via Appia nuova e villa Doria.
CEMENTO PUBBLICO-PRIVATO
In secondo luogo, il Piano edilizio prevede anche la realizzazione di un “complesso commerciale con sovrastante parcheggio pubblico”, che dovrebbe ospitare un grosso market, in località Quarto Grotte – Miramare, a ridosso dell’omonimo e popoloso quartiere albanense, a due passi dal Palazzo di Giustizia di via Donizetti. I signori Gentili e fratelli e il signor Frasi propongono infine la costruzione di un complesso residenziale privato in località via Abetonia, nei pressi di villa Doria, che verrà realizzato su “spazi pubblici in cessione”, ovvero su aree pubbliche che verranno cedute ai costruttori privati. Il 27 dicembre scorso, il Consiglio comunale diAlbano ha votato l’ultimo e decisivo ok alla documentazione progettuale e tecnica . 17 favorevoli, un solo voto contrario, della consigliera Gabriella Sergi, e due astenuti (Segrella e Nobilio).
CASTEL GANDOLFO: 80 CASE POPOLARI
Dopo “34 anni” di stop al cemento pubblico – così ha sostenuto l’assessore gandolfino, Cristiano Bavaro – anche a Castel Gandolfo torneranno in azione le ruspe:. L’Amministrazione comunale ha affidato all’architetto, Francesco Simeoni, l’incarico di aggiornare il Piano Regolatore Comunale. Il programma prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 108 nuovi appartamenti nel quartiere delle Mole, a ridosso della via Appia nuova. 80 case popolari di 55 metri quadrati e 70 metri quadrati e 28 appartamenti dei privati che hanno ceduto i terreni su cui verrà realizzato il piano edilizio. Il Piano prevede anche la realizzazione di non meno di 5mila metri cubi di cosrtruzioni commerciali e servizi per la collettività. I lavori non sono ancora partiti. Inoltre, la variante prevede anche altre “necessarie (e non meglio specificate, ndr) infrastrutture”, così sempre Bavaro, che riguarderanno anche la frazione comunale di Pavona di Castel Gandolfo.
PEEP SU AREA VINCOLATA?
La variante è stata fortemente voluta dalla Giunta comunale, guidata dalla sindaca Milvia Monachesi. La travagliata storia del Piano di Edilizia Economica e Popolare, o PEEP, è cominciata 13 anni fa, nel 2004, da una idea dell’ex sindaco Colacchi. Dopo diverse vicissitudini, sul progetto è calata la benedizione della Giunta regionale Zingaretti, su impulso dell’assessore Michele Civita, coinvolto di recente nell’inchiesta ‘Rinascimento’ sul nuovo stadio della Roma. Contro il Peep di Castel Gandolfo, pende ancora un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio presentato da 12 residenti a settembre 2016. A loro avviso, la lottizzazione calpesterebbe vari vincoli paesaggistici e archeologici. Inoltre, mancherebbero l’acqua potabile e un apposito depuratore. Contro il piano urbanistico si è scagliato anche il consigliere di minoranza, Paolo Gasperini, che a febbraio 2017 ha presentato un esposto all’Anas, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione e poi alla Procura di Velletri, che ha archiviato pochi giorni dopo, su presunti intrallazzi dell’Ufficio tecnico comunale nell’assegnazione delle aree pubbliche ad alcune delle cooperative private che realizzeranno il progetto.
VELLETRI: 24 NUOVE CASE POPOLARI
Nessuno problema invece per le 24 nuove case popolari a Velletri, nei pressi di via San Biagio, a due passi dal cimitero comunale e alle spalle del Tribunale veliterno, per una spesa di 3 milioni di €. La lottizzazione è stata prevista dal Piano Nazionale di Edilizia Abitativa. A dicembre scorso, il Consiglio comunale ha impresso una decisa accelerazione a questo piano edilizio, votando la deliberazione n.85 con la quale è stata approvata la progettazione preliminare dell’intero progetto. Dell’incombenza si occuperà l’architetto Gianluca Cordella di Velletri. È prevista anche una “viabilità di collegamento – così si legge nelle carte – tra via San Biagio e l’intervento e relativi servizi e sottoservizi (…) oltre a percorsi pedonali di collegamento con il parcheggio dell’edilizia residenziale pubblica”.
E IL”ˆRIUTILIZZO”ˆDELL’ESISTENTE?
Enti pubblici e costruttori privati continuano a costruire solo su territorio ancora vergine, anziché riutilizzare volumetrie esistenti che giacciono completamente abbandonate, in centro come in periferia, spesso da decenni. Eppure i Castelli Romani rientrano – secondo i tecnici Ispra – tra le zone “ad alta qualità del suolo, in cui aree di cambio (di destinazione d’uso, da agricolo e boschivo ad edificabile, ndr) presentano superfici superiori ai 100 ettari”. Chissà se, prima o poi, qualcuno deciderà di invertire la rotta?