Si parla del servizio del NPIA (Neuropsichiatria infantile adolescenziale) che nel distretto che comprende Latina, Sabaudia, Pontinia, Sermoneta e Norma, è oggi fortemente dimensionato ma con una richiesta crescente: solo nel 2018 sono state effettuate 400 prime visite, ma con tempi di attesa di 40 giorni per l’apertura della cartella per i bambini entro l’anno di età e fino a 9 mesi per quelli più grandi in relazione alla patologia. I tre centri accreditati hanno liste di attesa per la presa in carico riabilitativa di oltre un anno per un numero limitato di utenti. Il problema sarà più grave nel momento in cui, nel giro di pochi anni, il personale in servizio andrà in pensione, con il rischio per il territorio di perdere un’importante risorsa ma soprattutto per le famiglie di vedersi riconosciuti diritti con difficoltà sempre maggiori.
Il tema è stato affrontato questa mattina in commissione Welfare, alla presenza dei rappresentanti della Asl di Latina, ente con il quale il Comune ha avviato un lavoro integrato nell’ambito sociosanitario, delle associazioni che si sono fatte carico del problema e l’hanno portato all’attenzione dei consiglieri – Fish Lazio, Coordinamento Via Libera, Latina Autismo e Cittadinanzattiva – e dell’assessora Patrizia Ciccarelli. In rappresentanza dell’Asl, erano presenti in commissione la dottoressa Pizzuti su delega della dottoressa Carreca, il dottor Carfagna e la dottoressa Di Lelio.
L’idea è quella di coinvolgere tutto il consiglio comunale nella votazione dell’atto di indirizzo. “La salute è un diritto inalienabile e sono molto soddisfatta dell’esito della commissione di oggi, che ha portato il problema alla massima condivisione con tutti i consiglieri, opposizione compresa. L’auspicio – ha detto la presidente della commissione Luisa Mobili, di Latina Bene Comune – è quello di vedere tutto il consiglio comunale unito su un tema così importante: la tutela dei diritti dei più fragili, su cui terremo alta l’attenzione”.