Si è tenuto dentro la sala meeting dell’hotel Best Western di Roma-Termini l’ultimo atto della grave crisi Coop del basso Lazio che ha visto contrapporsi di nuovo i dirigenti della grossa catena commerciale ed i sindacalisti di Cobas, Cgil, Cisl e Uil. L’incontro ha avuto luogo sabato mattina 19 gennaio. “La lunga vertenza degli ultimi mesi che ci ha visto impegnati con scioperi e manifestazioni ha trovato un risultato – annuncia a il Caffè Francesco Iacovone, delegato nazioonale al Lavoro Privato di Cobas – anche se non completamente soddisfacente. Il possibile accordo (tra Coop, sindacati e lavoratori, ndr) – spiega – prevede la chiusura di sole 4 unità produttive rispetto alle 8 previste inizialmente, ovvero le sedi di Aprilia (via Mascagni), Velletri, Pomezia (via Cavour) e Frosinone. Inoltre – aggiunge – è previsto l’incentivo all’esodo esclusivamente su base volontaria per 145 lavoratori. Sonio previsti contestualmente incentivi all’esodo per ora pari a 35.000 euro e al trasferimento (presso altra sede, ndr) di 7.500 euro. La trattativa ha dimostrato la possibilità dei lavoratori di cambiare i piani industriali fatti sulle loro spalle. Un accordo difensivo – attacca – che comunque preserverebbe i lavoratori dai licenziamenti imposti e consentirebbe, a chi vuole, di ricevere incentivi all’esodo e al trasferimento”.
Slitta la chiusura della sede di Aprilia – via Mascagni
“Nel corso del faccia a faccia – spiega ancora Iacovone – per non lasciare spresidiato il territorio, è stato deciso di chiudere la sede di Aprilia (via Mascagni) solo dopo che verranno ultimati i lavori di ristrutturazione della sede interna al centro commerciale di Aprilia 2”. I lavori di ristrutturazione della sede di Aprilia interna ad Aprilia 2 sono iniziati lo scorso 14 gennaio e la riapertura è prevista – così ha annunciato la proprietà – “entro la prossima estate”.
L’ultimo nodo da sciogliere: nuovo incontro il 30 gennaio
“Ora resta da sciogliere l’ultimo nodo – spiega Iacovone – quello relativo alla concessione della cassa integrazione e a tal proposito si è aggiornato il tavolo al 30 gennaio, dopo le opportune verifiche al Ministero del Lavoro”.