Da Ardea aveva tentato di aprire un ristorante a Sermoneta, ma è incappato in una tentata estorsione ad opera, secondo i giudici, di esponenti della famiglia Di Silvio. Secondo la ricostruzione dei fatti la vittima, un 48enne ardeatino, si era rivolta a un concittadino, M.V. di 34 anni, proprietario di un locale nel borgo lepino, per aprirvi un’attività di ristorazione. Solo che dopo un certo periodo il proprietario si sarebbe rivolto a due fratelli del noto clan criminale pontino per farsi pagare dall’affittuario alcuni canoni arretrati. Da lì la richiesta di 15mila euro, poi scesa a 5mila e infine a 2mila, non avendo il ristoratore altre disponibilità di denaro. La complessa vicenda si è conclusa nei giorni scorsi con la condanna a 9 e 8 anni di carcere per i due fratelli Di Silvio con l’accusa di estorsione aggravata da modalità mafiose. Nel processo erano stati accusati di violenza privata anche il proprietario del locale e la compagna, accusa che poi è caduta. La notizia è riportata dal Messaggero.
20/01/2019