Da Goethe a Pasolini, l’Agro romano è stato di ispirazione per intellettuali e artisti di tutte le epoche. “Ma gli speculatori sono sempre in agguato, purtroppo – si legge nel testo della petizione – Si calcola infatti che attualmente dei circa 71.000 ettari di Agro ben 3 metri quadrati al minuto siano mangiati dal cemento, persi per sempre e che da qui al 2030 (anno di attuazione delle previsioni del Piano Regolatore) nella campagna romana il consumo di suolo arriverà a circa 161 ettari ogni anno. Un prezzo altissimo per la perdita di paesaggio, di patrimonio agricolo e culturale, di biodiversità, di salute per i cittadini e di costi per la collettività. Un luogo dell’anima per sempre perduto”.
“Siamo giunti a un bivio e bisogna decidere – è il duro commento dell’associazione Latium Vetus di Pomezia – Fare dell’agro romano un luogo Patrimonio dell’Umanità oppure una terra di conquista. Per i soliti affaristi e politici senza qualità”.
“Vi chiediamo di firmare – conclude la petizione – per poter rivolgere una formale richiesta all’Unesco affinché l’Agro Romano diventi Patrimonio dell’Umanità, al fine di sottrarlo per sempre alla rapina della speculazione. Forse siamo ancora in tempo!”