Parte sabato 19 gennaio il cartellone dedicato alla danza del Teatro Fellini. L’operazione porta una firma di prestigio: la scelta degli spettacoli è curata da Laccio, Emanuele Cristofoli, danzatore e coreografo, uno dei personaggi più interessanti oggi in Italia nel panorama della danza contemporanea. Nato e cresciuto a Pontinia, oggi vive a Milano e opera in tutto il mondo. Sua la direzione artistica di programmi come “Dance Dance Dance” e “The Voice of Italy”, dirige una delle più dinamiche accademie italiane con sede proprio a Milano e torna a Pontinia grazie alla collaborazione attivata con il Fellini. In cartellone una sua nuova produzione e sua la selezione delle compagnie che vedremo in scena da qui a maggio. Un cartellone evidentemente molto giovane e di livello altissimo volto a presentare una panoramica della scena urbana contemporanea. Un grande artista, Laccio, che ha raccolto con entusiasmo la proposta di credere nel progetto di rilancio del nuovo Fellini diretto da Clemente Pernarella. Anche questo progetto è realizzato in collaborazione con il Comune di Pontinia e ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio con il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Lazio e rappresenta il primo passo per riportare una programmazione, stabile e ricorrente, nel nostro territorio dove da molto mancava un cartellone articolato su una intera stagione. La scelta di Laccio, al fine di aprire la partecipazione e condividere l’esperienza artistica proposta è quella di accompagnare ogni spettacolo con un workshop della compagnia ospite aperto ad allievi o, spesso, a chiunque voglia avvicinarsi al lavoro della compagnia comprendendo in maniera diretta le scelte artistiche ed il lavoro dei singoli coreografi e danzatori.
Si apre con “Protogonos” della compagnia Dueditre, un progetto nato dall’affinità artistica tra Vittoria Franchina, Michela Priuli ed Elena Valdetara. Un comune desiderio di collaborazione creativa nato dopo il percorso formativo presso l’accademia Susanna Beltrami/Dancehaus. Dueditre si basa su un’idea di lavoro che mira alla suggestione visiva attraverso tutti i codici della scena, con attenzione particolare all’uso del corpo nel suo essere materia espressiva.
Supponiamo di poter accedere ad un archivio universale del nostro patrimonio artistico e di decidere cosa conservare e tramandare agli abitanti di una nuova terra. La fine di un’epoca durata millenni e la possibilità di un nuovo inizio si sfiorano lungo una linea di confine che la memoria del passato cerca di assottigliare il più possibile. In questo nuovo inizio, Protogonos, il primo nato, è chiamato a scegliere cosa porre al riparo e cosa destinare ad un eterno oblio.
“Non disordine, confusione o mescolanza, solamente una gola vuota, del puro spazio spalancato. Simile a un uccello dalle immense ali nere regnava Nyx, la Notte. Il suo grembo di tenebre si gonfiò all’alito fecondatore del vento, e così nel vuoto venne deposto un uovo d’argento.
D’oro erano invece le ali di colui che, in virtù del suo essere collegato al vento, balzò presto fuori dall’uovo e fu pertanto il Protogonos, ‘il generato per primo’. Lo si nominava anche con l’appellativo di Fanete, “colui che rende manifesto”, forse perché, rompendo il gusto dell’uovo, ne aveva rivelato il contenuto.” – Mito cosmogonico orfico, A.Cerinotti.
Tutto ha inizio con quell’uovo, la cui rottura innesca la creazione dell’universo.
Abbandonato in una distesa oscura, il primigenio svela progressivamente le proprie fattezze, rischiarato dalla tenue luce che lo circonda.
Si dichiara così al mondo nella sua forma più sincera, pronto a scoprire le sue infinite possibilità d’essere. La sua figura e la sua essenza vengono plasmate lungo un viaggio intrapreso attraverso una realtà onirica in cui si dispiega in tutte le sfaccettature del suo animo.
Un’ardua gestazione in cui scopre il proprio potenziale, il cui germe era racchiuso nel guscio primordiale che lo proteggeva. Si definisce e riconosce le caratteristiche che confermano la sua personalità.
Ormai consapevole della propria concretezza, si separa dall’universo in cui era sospeso e si appropria del mondo reale, raggiungendo la sua effettività, rivelandosi finalmente uomo.