Nell’udienza dello scorso 4 dicembre il pubblico ministero Antonio Sgarella aveva chiesto 27 anni di reclusione per Massimiliano Sparacio, 46enne di Aprilia, e 24 anni di reclusione per Vittorio De Luca, 32enne di Anzio. L’11 gennaio erano previste le arringhe delle difese e la sentenza, ma a causa delle troppe udienze per direttissima il Giudice Giuseppe Cairo ha dovuto disporre il rinvio di oltre un mese.
Palli, 48ennee dipendente della Multiservizi, venne ucciso in via Mazzini, ad Aprilia. Venne invitato ad uscire da un vicino bar, dove stava prendendo un aperitivo, e freddato con tre colpi di pistola calibro 38. Indagando, nel giro di un mese, grazie anche all’analisi delle immagini di sorveglianza della zona, i carabinieri arrestarono De Luca e Sparacio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato De Luca ad attirare Palli in trappola. Gli investigatori ritengono che vi fossero degli screzi tra la vittima e gli arrestati. Palli, due anni prima, era stato denunciato da Sparacio per rancori personali. Ha poi iniziato a lavorare in un altro bar ad Anzio, dove conobbe De Luca. I due avrebbero infine pianificato l’omicidio. Con l’accusa di omicidio volontario premeditato De Luca, difeso dall’avvocato Angelo Palmieri, e Sparacio, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, sono quindi finiti imputati e hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato.