“Di fatto – continua la signora – non si può restare in aula fino a tardo pomeriggio. Sappiamo tutti che la caldaia è vecchia e che il sindaco Colizzaci aveva promesso la sostituzione nei mesi scorsi. Non si doveva arrivare a questo punto”. Ad essere interessati al programma di modifiche di orari e sedi sarebbero ben 16 classi delle scuole d’Infanzia e Primaria della D’Azeglio e, in trasferta alla “Pertini” (dove pure si erano verificati problemi nel riscaldamento anche questi denunciati dai genitori) e della “Carissimi”. Nello specifico, i genitori sono interdetti per la decisione – chiaramente adottata in emergenza – del preside di destinare le lezioni delle classi 1A, 1B, 1C, 2A, 2B, 3A, 3B con inizio alle ore 14,40 e termine alle ore 18,40 senza mensa per tutti, presso la “Carissimi”. Enormi secondo le mamme, i disagi, ovviamente, anche per il personale scolastico e gli insegnanti.
LA REPLICA DELL’AMMINISTRAZIONE
“Stiamo lavorando per risolvere il più rapidamente possibile le difficoltà. In questi giorni abbiamo letto e sentito diverse imprecisioni, che è doveroso chiarire – spiega in una nota l’amministrazione comunale -. Ci dipingono come poco reattivi o addirittura dormienti: il 4 gennaio abbiamo chiesto alle scuole di favorire l’accesso negli edifici per la giornata del 5, così da poter accendere i riscaldamenti per accogliere i bambini al caldo. In questo modo abbiamo anche avuto modo di provare gli impianti. La caldaia della Massimo D’Azeglio era in funzione al rientro, l’avaria si è verificata alle 13.30 del 7 gennaio. La ditta ci riferisce che deve essere sostituito il bruciatore e le operazioni di ripristino avverranno tra domani e venerdì. È comunque improprio dire che parliamo di una caldaia da sostituire. Se lo facessimo, con parere dei tecnici che attesta come il danno sia riparabile, incorreremmo in un danno erariale. La decisione dei turni è stata presa dal preside per evitare ripercussioni sull’attività didattica. In questi giorni ho cercato di chiarire la situazione anche con le numerose mamme, che legittimamente hanno chiesto spiegazioni”.