IL TERREMOTO DEL 2017
Era la fine del 2017 quando i due enti vennero travolti da una serie di arresti. Le manette scattarono ai polsi di politici, dipendenti pubblici e imprenditori. Dopo mesi e mesi di indagini da parte dei carabinieri, il sostituto procuratore Valerio De Luca puntò il dito su una serie di episodi di corruzione e turbativa d’asta. Vicende per cui non risulta neppure indagata Eleonora Della Penna, che ricopriva il duplice ruolo di sindaco e presidente della Provincia. Intercettata a lungo, sembra essere stata ritenuta dagli inquirenti estranea agli episodi che fecero finire in arresto anche colleghi di giunta e consiglieri comunali. Misure che colpirono anche Iacovacci, ritenuto coinvolto in episodi di corruzione e appalti pilotati relativamente alle gare gestite dall’amministrazione provinciale, per cui l’ex funzionario a metà maggio ha patteggiato la pena a due anni di reclusione. Ora, con le nuove disposizioni relative a chi si macchia del reato di corruzione, anche per chi ha puntato sul patteggiamento il rischio di finire in carcere in sede di esecuzione è elevata. Nell’ambito della pubblica amministrazione indagati che scelgono la strada di collaborare con la giustizia non sembra così più tanto rara, essendo l’unico vero elemento che consente loro di ottenere delle agevolazioni, e la cosiddetta collaborazione piena sembra la scelta fatta anche da Iacovacci. Quest’ultimo aveva parlato una volta interrogato dopo l’arresto.
TIRATO IN BALLO L’EX SINDACO
Aveva detto che era stata Eleonora Della Penna a presentargli l’allora vicesindaco e assessore all’ambiente Alvaro Mastrantoni e a dire sia a lui che ad altri funzionari e dirigenti dell’amministrazione provinciale di seguire le direttive dello stesso Mastrantoni. Aveva inoltre sostenuto che l’ex vicesindaco gli aveva fatto una lista relativa agli appalti e alle mazzette da prendere sugli stessi. In aula Iacovacci è andato oltre. Ha confermato le accuse e ha tirato fuori un foglietto giallo, che sarebbe incredibilmente sfuggito agli investigatori nel corso delle perquisizioni, specificando di aver avuto quell’appunto da Mastrantoni, una sorta di mappa del malaffare, con le percentuali da incassare sui vari appalti. Ma ha soprattutto aggiunto che quel denaro sarebbe andato anche alla stessa Della Penna, sostenendo così che, nonostante la ex sindaco e presidente non sarebbe neppure indagata per quegli episodi, la stessa sarebbe stata pienamente cosciente del giro delle mazzette. L’ex funzionario è stato poi bloccato mentre riferiva su vicende oggetto di alcune intercettazioni. Il Tribunale ha infatti accolto un’eccezione dell’avvocato Gaetano Marino, essendo ancora in corso la perizia su quelle conversazioni intercettate. E la testimonianza riprenderà così il 12 aprile.
UN PROCESSO INCANDESCENTE
Un processo in cui il clima si sta facendo incandescente quello che vede imputati l’ex consigliere comunale Filippo Frezza, l’ex vicesindaco e assessore all’ambiente Marco Muzzupappa, l’ex vicesindaco e assessore all’ambiente Alvaro Mastrantoni, l’ex assessore ai lavori pubblici Danilo Martelli, l’ex assessore ai trasporti Pierluigi Ianiri, gli imprenditori Andrea Caiazzo, impegnato con le coop Ima e In&Coop, Enrico Baccari, di Latina, della Beton Black, Stefano Ettorre, di Maenza, della Edil Scavi, e il procuratore speciale della ditta di igiene urbana Cisterna Ambiente, attualmente in liquidazione, Mauro Di Stefano, difesi dagli avvocati Marino, Orlando Mariani, Francesca Apponi, Luca Giudetti, Flaviana Coladarci, Oreste Palmieri, Luigi Pescuma, Maria Teresa Ciotti, Armando Argano e Laura Bove. Occorrerà vedere ora cosa sosterrà in aula la stessa Eleonora Della Penna, chiamata come testimone dalle difese.