«Un’altra scommessa vinta dai volontari dell’associazione “Amici per caso” che ormai da tre anni mettono in scena il presepe vivente e che ha visto solo pochi giorni fa, il 26 dicembre, molti partecipanti accorsi da tutti i Castelli Romani, ma anche dall’hinterland e della capitale, per quello che ormai è diventato un vero appuntamento con la tradizione – ha detto il vice sindaco Enrico Indiati – al quale prendere parte nei giorni dedicati alle festività natalizie».
I protagonisti della rappresentazione, con la quale si sono rievocati gli avvenimenti riguardanti la nascita del bambino Gesù così come narrata dai Vangeli, sono stati circa 40 bambini dai 4 agli 11 anni che, oltre a vestire i panni dei personaggi principali quali Maria e Giuseppe, i Magi e gli angeli, hanno anche fatto rivivere e animato le botteghe di un tempo, nella ricostruzione del villaggio di Betlemme, con i mestieri delle tradizioni di quel tempo, in una fortissima operazione di riscoperta del folclore contadino e rurale, vocazione naturale anche dei Castelli Romani.
«Tutto curato nei minimi particolari – ha aggiunto Ovidio Bianchi, uno degli organizzatori – dai vestiti dell’epoca cuciti su misura da sapienti mani volontarie, agli attrezzi originali di un tempo recuperati e messi a disposizione per rendere tutto ancora più realistico, e far vivere allo spettatore, che poi passeggiando nel villaggio e avvicinandosi alle botteghe, diventa anche lui protagonista, la vera atmosfera delle botteghe artigiane di un tempo».
La presenza di molti animali ha affascinato tutti i presenti, sia i figuranti che quelli accorsi ad assistere allo spettacolo: il bue, l’asinello, le caprette, le pecorelle, le galline e i maialini, anche loro bravissimi “attori” dal talento naturale. «La purezza e le semplicità che caratterizzano i bambini hanno reso ancora più emozionante e tangibile per tutti il vero messaggio che il presepe vuole riproporci ogni anno – ha concluso il sindaco Roberto Di Felice – ed è solo guardando alle cose semplici ed essenziali, come un bambino in una mangiatoia, che si riscopre il senso profondo della vita. E ciò diventa possibile solo se abbiamo occhi e cuore simili ai loro, capaci di guardare oltre, senza pregiudizi e sovrastrutture. Un grazie di cuore a tutti, e il 6 gennaio alle 17.30 aspettiamo ancora una volta per la terza replica il pubblico delle grandi occasioni».