Il Comune di Ariccia vuole evitare che i cittadini corrano inutili rischi attraversando il ponte monumentale. Per tutto il mese di gennaio lo storico viadotto ariccino sarà sottoposto ad approfondite analisi tecnico-scientifiche. Lo scopo delle indagini sarà quello di stabilire se e quanto è sicuro continuare ad attraversarlo, in attesa dei lavori di ristrutturazione e consolidamento antisismico che dovranno essere eseguiti da Anas, ma che tardano a partire. È quanto stabilito da Piergiuseppe Rosatelli, dirigente dell’Ufficio tecnico del municipio ariccino, con la determinazione n.1347 del 10 dicembre scorso. Si tratta di un “intervento di analisi urgente – si legge nel documento comunale – che consisterà in una indagine dinamica (prima fase) finalizzata a comprendere lo stato di conservazione del ponte monumentale”. Le analisi verranno compiute – così ha stabilito Rosatelli – “mediante monitoraggio in continuo (ovvero h-24, notte e giorno ndr), per la durata di 30 giorni consecutivi e con l’ausilio di tecnici esperti del settore strutturale e di strumentazione tecnologica di altissimo livello”, ma senza che venga interrotto il traffico veicolare. Dal punto di vista squisitamente tecnico, le indagini serviranno a “definire la eventuale presenza di degrado strutturale e possibili anomalie di comportamento e/o riduzioni di frequenza al fine di garantire la sicurezza dei cittadini”. I lavori costeranno poco più di 13mila euro e verranno eseguite dalla società Contest srl – Diagnostica strutturale di Roma. Prima di iniziare lo studio, la società svolgerà “analisi preliminari del comportamento dinamico (ovvero in movimento, ndr) dei tre differenti sistemi strutturali che compongono l’opera”.
3 MATERIALI INCOMPATIBILI TRA DI LORO
Il viadotto di Ariccia è costituito difatti da tre diversi tipi di materiali incompatibili tra di loro che lo rendono particolarmente sensibile ai terremoti ,anche se di lieve entità. E soprattutto se longitudinali, ovvero con scosse che si propagano nella stessa direzione di marcia dei veicoli. Una parte del ponte è costituita difatti da una muratura che risale al periodo di costruzione , ovvero al 1854. Una parte del ponte è in cemento non armato e risale al 1946, ricostruita dopo che una porzione del viadotto venne minata e abbattuta dai tedeschi in fuga dai Castelli alla fine della seconda guerra mondiale,. L’ultima e terza parte, risale al 1968, ed è in cemento armato, ricostruita dopo il crollo spontaneo del 1967. L’Ufficio tecnico comunale aveva chiesto all’Anas di svolgere queste analisi, in modo da garantire la sicurezza della struttura, con due note del 24 e 28 settembre scorsi, ma l’Anas non ha ancora risposto alle sollecitazioni comunali. Per questo, la città della porchetta ha infine deciso di procedere da sola.
«ARICCIA ATTENDE DA 18 MESI L’AVVIO DEI LAVORI»
“Da oltre 18 mesi dal via libero definitivo – scrive Rosatelli nella sua determinazione – a tutt’oggi non è ancora chiaro quando l’Anas spa procederà alla pubblicazione dell’appalto e all’avvio dei lavori di risistemazione del ponte, la cui esecuzione prevede la temporanea chiusura della viabilità e la demolizione e ricostruzione della soletta carrabile gravemente degradata. Dal mese di luglio 2017 – continua il dirigente – l’Amministrazione, preso atto dei ritardi dell’Anas spa, ha più volte sollecitato la stessa società affinché procedesse, con urgenza, all’appalto dei lavori di consolidamento strutturale del ponte (…) in considerazione del riscontrato degrado della struttura, ma a tutt’oggi non è ancora giunta risposta ai nostri quesiti”.