Scuole colabrodo. È lo stato in cui languono la maggior parte degli Istituiti scolastici pubblici e privati della provincia di Roma e Latina, tra cui molti plessi dei Comuni dei Castelli Romani, ma anche di Latina, Ardea, Pomezia, Anzio, Nettuno ed Aprilia. Gli edifici dentro cui bambini e adolescenti passano gran parte delle loro giornate spesso non sono antisismici. Non di rado, non rispettano le norme sulla sicurezza strutturale: tetti, soffitti e solai, ma anche porte e finestre sono a dir poco traballanti. A volte, privi dei dispositivi antincendio imposti dalla legge: erogatori fissi, anche detti a pioggia, ed estintori. Di tanto in tanto, sono assenti o del tutto inadeguate le uscite di emergenza. In più di un caso, sono fuorilegge anche gli impianti elettrici. Di frequente, mancano le lampade di sicurezza che hanno il compito di accendersi quando va via l’energia elettrica. Capita anche che le palestre e gli impianti sportivi siano inagibili per carenza delle condizioni minime di sicurezza, igiene e salubrità. Talvolta, sono presenti barriere architettoniche, ovvero scale, gradini e strettoie che rendono l’accesso a scuola ai bambini ed adolescenti disabili uno slalom. Talvolta, gli accessi carrabili delle sedi scolastiche sono inadeguati e insicuri. Per finire aule, bagni e palestre sono spesso sporche e persino con presenza di topi.
COMUNI TROPPO LENTI
Tra fine novembre e inizio dicembre, molti Comuni hanno ottenuto e stanziato fondi ministeriali e regionali per finanziare lavori edili che hanno lo scopo di provare almeno a tappare qualche buco. Tra questi: Albano, Velletri, Latina, Frascati, Marino, Rocca di Papa, Aprilia, Anzio e Nettuno. In alcuni casi, i Municipi utilizzano propri fondi per pagare gli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici. Ma la gravità dello stato in cui si trovano molte sedi scolastiche è tale però che ci permette di affermare, senza paura di smentita, che la quantità dei fondi stanziati è ancora del tutto insufficiente. Alcuni Municipi sono rimasti a guardare e non hanno previsto alcuno stanziamento.
L’ESPERTO: «SI INVESTE IN LUMINARIE, NON IN SICUREZZA PER I FIGLI»
«Molte strutture scolastiche – racconta a il Caffè un tecnico del settore edilizio che preferisce restare anonimo – sono vecchie e inadeguate dal punto di vista sismico. Eppure le scuole – spiega – sono edifici rilevanti. Dovrebbero restare in piedi anche in caso di forti terremoti. L’adeguamento sismico è molto costoso e difficili da eseguire, la cosa migliore – sottolinea – è spesso abbattere e ricostruire. Ma in Italia manca la giusta cultura: spendere 50 o 100mila € per le luminarie natalizie è considerato giusto. Investire soldi per la sicurezza dei nostri figli, uno sperpero. Al di là della retorica – conclude – neppure i recenti terremoti in cui hanno perso la vita maestre e studenti è stato sufficiente per far diventare una priorità la sicurezza degli edifici scolastici».
E I PRIVATI CHE COMBINANO?
Le Procure di Velletri e Latina potrebbero far partire delle indagini per omissione di atti d’ufficio nei confronti dei Comuni inadempienti. Se da una parte però molte Amministrazioni comunali stanno cercando di mettere una pezza alla situazione, dall’altro tutti gli interventi appena finanziati riguardano solo ed esclusivamente gli edifici scolastici pubblici: e quelli privati in che stato si trovano?