NEGOZI MARTORIATI
Provenendo da Latina, all’altezza della prima deviazione forzata per strada Sant’Isidoro, un cartello scritto a mano dai titolari dell’Oasi La Nespola indica il bar aperto. Qui la strada è interdetta per le carenze strutturali del ponte che solca il canale Rio La Nespola. “Sono 70 anni che la nostra famiglia gestisce questo bar e non ricordo una situazione così difficile”, commenta il Rino Felice Mattia, storico titolare dell’esercizio. “Riscattammo questo locale nel 1948 quando era una dispensa-tabacchi della famiglia Abbate di Terracina. Venivamo dal nord Italia e da allora questa è la nostra casa. Un’attività del genere vive dei clienti di passaggio. Ora che la strada è di fatto senza uscita, il nostro incasso è ridotto del 90%. Abbiamo già licenziato un dipendente”. Procedendo verso sud, il minimarket macelleria della famiglia Azzola è raggiungibile tramite la rotonda della Migliara 56. Il punto vendita dei macellai terracinesi ha aperto sulla Pontina da soli 18 mesi. “Pur registrando una perdita del 50% abbiamo la nostra clientela affezionata che ancora si rivolge a noi soprattutto nei periodi di festa. Sappiamo però che il peggio verrà con l’anno nuovo”, dice Emiliano Azzola. Anche l’attività di Paolo Cervelleri nel settore dell’elettroinformatica stima il proprio incasso dimezzato mentre un deserto parcheggio del supermercato MD non lascia spazio ad interpretazioni. Se possibile, ancora più complicata è la situazione dell’Industria Casearia del Circeo al chilometro 97,300. “Stiamo lavorando esclusivamente per gli ordini che riceviamo da Roma. Il punto vendita è praticamente fermo. Fino al mese scorso facevamo orario continuato 7 giorni su 7, dalle 8 alle 19, adesso lavoriamo solo la mattina dalle 8:30 alle 13. Inoltre da gennaio ridurremo il personale di almeno una unità ma la situazione è davvero difficile e saremo costretti a chiudere se le cose qui non cambiano”. Chi non ha danni economici evidenti è comunque fortemente preoccupato per la mancata pubblicità che deriva dall’assenza del passaggio delle auto. È l’esempio dell’area ricreativa del Paint Ball, davanti alla voragine del chilometro 97 e 700.
DIFFICOLTA’ A RAGGIUNGERE IL LITORALE
Il tratto chiuso della Pontina lambisce i territori di Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina, i vertici del triangolo d’oro dell’agricoltura pontina. Un appellativo conquistato per le colture di pregio in un’area che vanta anche un polo importante di aziende collegate nella lavorazione e confezionamento dei prodotti. “I problemi maggiori derivano principalmente dalla difficoltà a raggiungere la sede”, dichiarano dalla Cooperativa Agrinatura, sulla Migliara 56 a soli 200 metri dal bivio della Pontina. La cooperativa La Mediana ha invece la sede proprio sulla rotonda posta al centro dei due tratti ciechi. “I nostri dipendenti vengono da diversi territori della provincia, anche da Priverno e Roccagorga. Per arrivare sono chiamati a dei giri impensabili dove il percorso e i tempi di percorrenza si sono anche triplicati”, commenta Lauro Guarda. “Qualcuno ha pensato che bastava deviare il traffico sulle altre vie, ma nessuno ne ha verificato le condizioni. Le strade periferiche non sono in grado di sostenere i carichi dei bilici in transito. Vogliamo poi parlare dei ponti che solcano i canali o della segnaletica carente? C’è un’indifferenza e superficialità generalizzata da parte delle istituzioni che invece dovrebbero essere responsabili e farsi carico della situazione”.
NESSUNA VISITA ISTITUZIONALE
Sconforto generalizzato e sfiducia sembrano essere i sentimenti predominanti. “In questi giorni non abbiamo mai ricevuto la visita del sindaco, ci sentiamo abbandonati”, sottolineano in tanti. Nella consapevolezza che il ripristino della Pontina sia di competenza regionale, i residenti e i titolari delle attività però si appellano agli amministratori locali. Si aspettano partecipazione e supporto nel momento delle difficoltà e non che voltino le spalle rimbalzando gli impegni. In assenza di soluzioni immediate, le aziende e gli operatori economici della zona sento il baratro sotto ai piedi, inghiottiti anche loro nel vuoto della voragine.