Secondo appuntamento giovedì 20 dicembre con la rassegna “Storia, memoria e territorio” organizzata dalla casa editrice Atlantide, diretta da Dario Petti, e patrocinata dal Comune di Latina nell’ambito del Natale 2018. Protagonista il nuovo libro di Salvatore D’Incertopadre “Maciste. Da Cisterna a Stalingrado” che verrà presentato per la prima volta giovedì 20 dicembre alle ore 17:00 presso il Museo Cambellotti di p.zza S. Marco. Insieme all’autore interverranno la giornalista Cora Craus e lo storico della letteratura Rino Caputo, già preside della facoltà di Lettere dell’Università di Tor Vergata e autore della prefazione al volume, mentre Luisella Benedetti ne leggerà alcuni brani.
Il libro è liberamente ispirato a una storia vera ma i personaggi sono frutto della fantasia dell’autore, che questa volta si allontana dai temi autobiografici che hanno caratterizzato le sue precedenti opere, quali “il sindacalista”, “Due padri, due figli. Una famiglia tra Napoli e Latina”, “Via delle Zite 18. Non sono diventato uno scugnizzo”, tutti editi da Atlantide, come quest’ultimo, tra il 2015 e il 2017. D’Incertopadre, napoletano di origine, ex segretario provinciale della Cgil di Latina, narratore di importanti vicende di storia sindacale e dello spirito partenopeo trapiantato in terra pontina, stavolta si misura con un romanzo storico “puro” dove non c’è sovrapposizione con la vita personale dello scrittore. Protagonista è il giovane Maciste che percorre gli anni del ventennio fascista, ne assimila la retorica e fa sue le ambizioni del regime, tra le certezze del padre e lo scetticismo della madre. Durante la sua adolescenza, vissuta a Cisterna di Littoria, partecipa come muratore alla costruzione di alcuni edifici di Littoria e poi di Aprilia. Vede così nel fascismo la grandezza dell’Italia e del Duce, capace di grandi opere come la bonifica e la costruzione di nuove città che tanto lavoro e benessere portarono nell’Agro Pontino, da sempre soggetto all’impaludamento e alla malaria. Le leggi razziali segnano l’inizio dei dubbi del giovane Maciste. Poi la guerra, i primi amici morti sul fronte francese, il fango della Grecia, il gelo della Russia. E ancora le battaglie di Monte Lungo e Montecassino, con il bombardamento della secolare Abbazia, il fronte di Nettuno, la sua Cisterna di Littoria distrutta e la sua famiglia sconvolta. Tutto contribuirà a cancellare dalla sua mente ciò che per lui aveva significato il fascismo e il Duce. Ma poi, nonostante i morti e le macerie della guerra, comprende che in un’Italia libera e democratica si poteva ricominciare tutto dal principio.
Salvatore D’Incertopadre, nato a Napoli nel 1952, diplomato presso l’istituto tecnico per elettrotecnici A. Volta, si trasferisce a Latina nel 1979 assunto come impiegato tecnico presso la Marconi Italiana di Cisterna, abbandonando di conseguenza gli studi in ingegneria elettrotecnica presso l’Università Federico II di Napoli. Iscrittosi alla Cgil nell’ottobre del 1979, nel novembre del 2004 approda al vertice della Cgil pontina che guiderà fino al novembre del 2012. È sposato e ha una figlia. Alla passione per la cucina e la musica, da alcuni anni ha maturato quella per la scrittura diventando un prolifico scrittore; oltre le opere già citate, sempre nel 2018, prima di “Maciste”, ha pubblicato “La Camera del Lavoro del Lazio meridionale dal dopoguerra al terzo millennio”, un libro scritto insieme a Ermisio Mazzocchi e prefato da Susanna Camusso, sulla storia della Cgil in provincia di Latina e Frosinone.