Disastro colposo. Questa l’ipotesi su cui stanno lavorando i pubblici ministeri Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca, impegnati nell’inchiesta sul crollo verificatosi il 25 novembre scorso sulla Pontina e l’auto inghiottita dalla voragine che si è aperta sulla strada, dove è scomparso l’imprenditore terracinese Valter Donà, di 68 anni. Un’indagine che, al momento, è ancora contro ignoti e che si preannuncia lunga e difficile.
Al chilometro 97.700 della strada regionale, in prossimità dell’incrocio con San Felice Circeo e in Comune di Terracina, all’improvviso la carreggiata è collassata, aprendosi in due per circa dodici metri e sprofondando per una profondità di otto metri. In quel momento stavano passando in quel punto della 148 due auto. Una condotta da una 25enne di Terracina, Ilaria Vallone, che è riuscita a non precipitare ed è andata fuori strada, cavandosela soltanto con un forte choc. La Fiat Tipo condotta da Donà, su cui viaggiava anche l’amico dell’imprenditore, il sottufficiale in pensione della Marina, Vincenzo Libori, di 64 anni, è invece piombata nella voragine. Libori è riuscito a risalire la scarpata che si era formata, mettendosi in salvo, mentre Donà, nonostante altri passanti abbiano cercato di soccorrerlo, prima di poter uscire da quel buco è stato travolto e trascinato via da un’ondata di acqua e fango. Dove la strada è sprofondata passa infatti sotto la Pontina un canale, che tempo addietro è stato tombinato, e gli inquirenti dovranno ora stabilire se i lavori fatti per realizzare quell’opera siano stati fatti bene, se chi doveva controllare ha fatto verifiche sullo stato di quel tombinamento e se la manutenzione del corso d’acqua che poi finisce in quel tubo sia stata corretta. Accertamenti che dovranno essere estesi alla manutenzione e alle verifiche necessarie sulla stessa Pontina, una delle strade più pericolose d’Italia e da troppo tempo estremamente malmessa, tanto che in passato il limite di velocità è stato addirittura abbassato a 30 km/h. Le verifiche non si preannunciano però semplici.
La polizia stradale ha sequestrato il tratto di strada interessato dal crollo e l’auto finita nella voragine. Ma i successivi accertamenti saranno appunto complessi, considerando che attualmente la Pontina è gestita dall’Astral, una società regionale, che a breve tornerà all’Anas, e che dopo l’Anas e prima dell’Astral la competenza è stata delle Province. Se vi sono stati errori e omissioni, partendo da quelli sul canale che scorre sotto la 148, non sarà così semplice capire da chi e quando siano stati commessi. E ancor prima gli inquirenti dovranno anche stabilire quali siano tutti gli enti coinvolti, quelli che hanno eventuali competenze nella gestione di quel lembo di territorio dove si è consumata la tragedia. Abbastanza per far ipotizzare che la Polstrada dovrà raccogliere nei diversi uffici una mole di documenti e che con ogni probabilità i pm dovranno nominare vari consulenti tecnici. Da rintracciare infine i diversi testimoni, partendo dai molti braccianti indiani che hanno cercato di soccorrere Donà. La Pontina è da tempo al collasso e la scena apocalittica verificatasi domenica scorsa ne ha rappresentato il peggiore e più eloquente segnale.