LEZIONE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO
“Si fa presente che l’istituto del ricorso gerarchico presentato avverso vincoli paesaggistici – ha scritto al Comune in una nota di qualche giorno fa il Ministero, Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio – non è contemplato dal Decreto Legislativo n.42 del 2004: codice dei beni culturali e paesaggistici. Il Decreto in oggetto, in quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 276 del 25 novembre 2017, risulta atto definitivo e pertanto il relativo ricorso gerarchico risulta inammissibile. Avverso tali atti – conclude la missiva – sono ammessi esclusivamente i ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale oppure i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica”. In sostanza, il ricorso del Comune di Pomezia era manifestatamente infondato dal punto di vista tecnico-giuridico e quindi non è stato nemmeno discusso. La zona vincolata parte da Torre Maggiore, il pinnacolo medioevale del XII secolo presso Santa Palomba da cui prende il nome l’intero provvedimento ministeriale, e include le località Solforatella, Cerqueto, Monachelle, Vittorie, Valle Caia, Pescarella, Tor di Bruno e Muratella.
LA STRATEGIA DI FUCCI E LEONCILLI
Il ricorso è stato predisposto e depositato al Mibact il 21 dicembre 2017 dall’avvocato Luigi Leoncilli, incaricato dall’ex primo cittadino, Fabio Fucci, con l’ordinanza sindacale n. 449 del 18 aprile 2018, al costo decisamente salato di 12 mila e 434 euro. Leoncilli è lo stesso noto alle cronache per i motlissimi incarichi ricevuti da Fucci. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso costituisce una brutta figura politica per l’ex pupillo della sindaca di Roma, Virginia Raggi, ma anche giuridica per l’avvocato Leoncilli, oltreché obiettivamente una spesa di soldi pubblici senza alcun beneficio per la comunità. Ma la strategia anti-vincolo tracciata da Fucci ed attuata da Leoncilli per asfaltare il vincolo ministeriale è molto più ampia e prevede altri ulteriori quattro atti giudiziari. Atti e incarichi mai ratificati dalla Giunta o dal Consiglio comunale. Parliamo di quattro incarichi contro il vincolo, i n. 450, 499, 500 e 503 del 20 aprile 2018, costati al Comune di Pomezia oltre 49mila euro, con i quali l’allora Sindaco Fucci ha conferito a Leoncilli il compito di costituirsi in giudizio al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, a sostegno di altrettanti ricorsi promossi nei mesi scorsi da società private, Cogea srl, Lux Immobiliare srl, Gaiae II srl, più i privati Celori, Bello e altri proprietari di terreni di Santa Palomba, che hanno lo scopo manifesto di ottenere l’annullamento totale del vincolo. Con il ricorso gerarchico appena rigettato, sale a oltre 62mila euro il conto che il Comune di Pomezia paga all’avv. Leoncilli. Lo stesso legale che tra il 2013 e il 2016, già collaboratore della Consigliera regionale pometina Valentina Corrado, è stato travolto dalle polemiche mediatiche per oltre 220mila di incarichi dal Comune di Pomezia. Polemiche poi confluite in un esposto finito all’Anac, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione.
ZUCCALÀ TEMPOREGGIA, RESA DEI CONTI A OTTOBRE
Prima delle ultime elezioni, Adriano Zuccalà ha dichiarato al comitato No Biogas di Pomezia di «apprezzare molto (il vincolo, ndr) sotto l’aspetto ambientale, ma che lo ritiene poco adattabile a quella che è la realtà dell’area. L’intento del Comune deve restare quello di cercare di ottenere una riduzione dell’estensione del vincolo». Subito dopo la sua nomina, abbiamo inviato al nuovo primo cittadino una serie di domande: ha nulla da obiettare sui sei incarichi assegnati dall’ex sindaco Fabio Fucci all’avvocato Leoncilli contro il vincolo del Mibact? Se sì, nel dettaglio cosa e perché? In caso contrario, per quali motivi?
L’Ufficio stampa aveva annunciato che il Sindaco «stava approfondendo la questione» e che appena possibile ci avrebbe risposto, ma poi non abbiamo più ricevuto notizie.
ATTESA PER L’UDIENZA DEL 16 OTTOBRE
La prossima e decisiva udienza al Tar del Lazio sui quattro ricorsi contro il vincolo è in programma per il prossimo 16 ottobre. Se confermato, il vincolo potrà favorire l’espansione dell’agricoltura, già ampiamente diffusa in zona, e del turismo ricettivo ed enogastronomico che potrebbe svilupparsi attorno alla campagna ed al sistema delle antiche vie locali, come avviene in tanti altri paesi d’Italia e d’Europa. Nel caso venga bocciato è prevista la costruzione di tre fabbriche a rifiuti, anche dette a ‘bio’gas, una decina di capannoni laddove ve ne sono già moltissimi in vendita e in affitto vuoti da anni, cioè il centro di scambio merci da ferro a gomma, l’ampliamento dell’interporto, e la realizzazione di una nuova area dello scalo FS. A sostegno delle ragioni del Ministero, guidato al momento dal Ministro pentastellato Alberto Bonisoli, si sono costituiti solo l’associazione Latium Vetus e il Comitato No Biogas Pomezia. «Abbiamo prodotto le osservazioni tecniche e raccolto oltre 2.500 firme a sostegno del vincolo – racconta l’ingegner Giacomo Castro, presidente dell’Associazione Latium Vetus – sensibilizzato la cittadinanza sull’importanza della tutela del territorio. Raccolto fondi per le vie e le piazze di Pomezia per pagare i due ricorsi al Tar anti ‘bio’gas Cogea e a sostegno del vincolo. Il tutto togliendo tempo a lavoro e famiglia. Certi politici e tecnici pagati coi soldi dei cittadini hanno prodotto invece ricorsi inammissibili per difendere ipotetici posti di lavoro». I cittadini attendono da due mesi un incontro con il sindaco Zuccalà, ma il primo cittadino non gli ha ancora mai risposto. Chissà se a parlare per conto del Sindaco Zuccalà, all’udienza del 16 ottobre, sarà invece ancora l’avvocato Luigi Leoncilli?
Le domande per Zuccalà
Luigi Leoncilli è l’avvocato scelto dall’ex Sindaco Fucci per sostenere i quattro ricorsi al Tar con i quali varie aziende e privati stanno cercando di annullare totalmente il vincolo ministeriale che tutela oltre2mila ettari di Agro. Ha intenzione di confermare o revocare tale incarico giudiziario? In ogni caso, per quale motivo? In passato ha dichiarato di essere favorevole a un ridimensionamento del vincolo ministeriale, eppure il Comune di Pomezia sostiene i ricorsi al Tar del Lazio che chiedono la revoca totale del provvedimento ministeriale: come può spiegare questa contraddizione? Ha intenzione di porvi rimedio?