RACCOLTA DIFFERENZIATA: PREVISIONI AL RIBASSO
«Nonostante alcune criticità oggettive», è la premessa che accompagna la narrazione da parte dell’amministrazione di Piazza del Popolo. Una su tutte è appunto il ritardo dell’attivazione di un regime di raccolta differenziata spinta sull’intero territorio comunale. E sono i dati del primo semestre a confermare tale aspetto: 22,58 la percentuale di differenziata, comunque superiore al 21% del 2017. Trend in ascesa, dunque. «Una percentuale che è migliorata nel mese di luglio, quando il dato è salito attorno al 24%», ha spiegato De Stefano. Numeri che arrivano all’indomani dell’approvazione da parte del Cda della relazione di gestione e del conto economico dei primi sei mesi, che hanno registrato un utile di 38mila euro, contrapposto a un passivo di 125mila riferito al 2017 dovuto essenzialmente alle spese legali per fronteggiare il ricorso al Tar della De Vizia Transfer, la società che chiede di annullare l’iter che ha condotto alla nascita e avvio di ABC per ripristinare invece una gara d’appalto europeo con cui affidare il servizio rifiuti a Latina. La soglia del 35-40% per il termine del 2018, prevista dal documento licenziato dal Consiglio comunale di Latina lo scorso anno, resta però una chimera. «Contiamo di arrivare alla fine dell’anno con una percentuale di raccolta pari al 25-30%», l’annuncio del presidente di Abc.
UN’EREDITÀ “PESANTE”: «I MEZZI ERANO UN DISASTRO»
Un discostamento delle previsioni frutto dell’avvio difficoltoso dell’azienda. A partire da una percentuale di raccolta scesa dal 30 per cento al momento dell’approvazione del Pef rifiuti al 19% dello scorso gennaio, quando Abc è diventa di fatto operativa. Un avvio con handicap che fa il paio con parco mezzi ed attrezzature vetusti ereditati da Latina Ambiente tramite l’acquisizione del ramo d’azienda. «Manutenzione pari a zero. Abbiamo acquisito una flotta che era un disastro, non solo per il servizio ma anche per l’incolumità dei lavoratori stessi», la denuncia del numero uno di Abc. «Nel primo semestre abbiamo speso circa 800mila euro per lavori di manutenzione di parco mezzi, attrezzature ed uffici oltre che per l’acquisito del ramo d’azienda, più l’aggiunta di 1.000 cassonetti». Quello della nuova azienda pubblica dei rifiuti è stato sicuramente un concepimento che è sembrato a tutti gli effetti una corsa ad ostacoli contro il tempo, figlia dell’emergenza scaturita dalla fallita Latina Ambiente decapitata dalla mole di debiti. Il parere positivo dell’Anticorruzione, l’annullamento del bando europeo sul servizio esterno, l’asseverazione del piano economico-finanziario, l’assunzione del personale ex-Latina Ambiente, l’acquisto del ramo d’azienda, la vittoria contro il ricorso De Vizia: «Tutte prove superate da parte dell’amministrazione», ha ricordato il delegato all’Ambiente Lessio. L’ultimo vero ostacolo da superare è anche l’ultimo in ordine di tempo, ovvero il mutuo da 12 milioni di euro che la Cassa Depositi e Prestiti non ha concesso. Mutuo non concesso a causa del cambio in corsa della normativa dell’ente finanziario che prevede ora tale formula di prestito solo in presenza di due consuntivi approvati.
«NESSUN AUMENTO DELLE TARIFFE»
Una contingenza che ha scombinato i piani del Cda e dell’Amministrazione, che ora sta sondando la disponibilità di vari istituti di credito privati, e che ha avuto come conseguenza, in assenza di investimenti, la mancata entrata a regime del porta a porta in città, attivo invece nei borghi tranne San Michele e Piave. Oltre alle ripercussioni sul ruolino di marcia del servizio – «che comunque rientra grosso modo nelle previsioni», ha precisato De Stefano – gli effetti si intravedono nella ripartizione della spesa, dal momento che quel surplus di rifiuto indifferenziato non previsto (scaturito appunto dal non raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata stimata nel piano finanziario) si traduce in maggiori costi di conferimento nei confronti della Rida Ambiente, che tratta l’indifferenziato nel suo impianto di trattamento meccanico cosiddetto biologico di Aprilia. «Un maggior costo farà lievitare la somma da circa 6 milioni l’anno a 7 e mezzo», la stima fornita da De Stefano. Ma che – annuncia il capo di Abc – non avrà alcun peso nelle tariffe pagate dai latinensi. «Nel piano finanziario del prossimo anno è stata attuata una rimodulazione delle voci di spesa. Contrapposte alla maggior spesa per il conferimento dell’indifferenziato, vi è una diminuzione nella voce dei costi imputabili in primis agli ammortamenti degli investimenti che di fatti non sono arrivati, a causa del diniego di Cassa Depositi e Prestiti». Un tetris di voci di bilancio in cui si inserisce anche un risparmio dei costi di conferimento dell’umido (circa 500mila euro), la cui quantità è ovviamente proporzionale alla percentuale di raccolta differenziata. Paradossalmente, dunque, in questa fase di start up dell’azienda le minori spese dovute alla momentanea mancata accensione del mutuo e dei ritardi sulla raccolta spinta, bilanciano l’aumento dei costi di smaltimento dell’indifferenziato.
PIANO INDUSTRIALE E FINANZIARIO ENTRO SETTEMBRE
Nel frattempo l’amministrazione sta accendendo un prestito di 1 milione per far partire il porta a porta a Latina Scalo entro ottobre, provando a rispettare il cronoprogramma che prevedeva tale fase negli ultimi 4 mesi del 2018. Per l’entrata a regime della raccolta porta a porta su tutto il territorio comunale bisognerà aspettare l’ok per il prestito di 12 milioni e l’esperimento del bando per gli interventi sul parco mezzi e sul personale. La data “x” annunciata è fissata alla fine del primo semestre del 2019. Intanto il prossimo step sarà l’approvazione in Consiglio del piano industriale (pronto e in attesa di alcun verifiche conclusive) e del nuovo piano economico-fiananziario, passaggio amministrativo previsto per la fine di settembre.