La galleria degli orrori
Solo adesso, di botto, si mette mano a certe infrastrutture viarie. Governi, Prefetti, Regione, Province, Comuni e un esercito di ministeriali e altro personale pagato dai cittadini. Dove stavano? Cosa facevano? Se non fosse crollato il ponte a Genova, si stava tutti tranquilli… e insicuri.
ALLARME PONTINA
Da anni documentiamo l’inquietante stato della 148 Pontina, dove tra l’altro di tanto in tanto piovono calcinacci dai ponti. Dal 27 agosto il limite – già abbassato a 60 chilometri orari per le buche a marzo – è stato ridotto a 30 km/h per sistemare i calvalcavia più rovinati, tra Pomezia (km 24,8 cioè davanti l’Inps) e Latina nord (km 64,8, vicino svincolo per Borgo Podgora e Borgo Santa Maria). Nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé il ponte di Borgo Piave: un automobilista le ha fotografate e diffuse sui social network. Quel ponte già in passato è stato interessato da interventi importanti: i muri di cemento delle rampe si stavano aprendo come un libro. Perciò ci sono i tiranti coi giganteschi bulloni ben visibili ai lati di quei muri. Altri ponti e muri in cemento armato mostrano i tondini di ferro arrugginiti.
PONTE DI ARICCIA: “RISCHIO CROLLO”, MA SI RINVIA
Altro caso limite è quello del ponte di Ariccia. Dichiarato “a rischio crollo” dall’Anas. È dagli anni ’90 del secolo scorso in attesa di essere rimesso in sesto. Finora nulla. Una brutta farsa: dopo averlo dichiarato “a rischio crollo” sollecitando l’attuale Amministrazione comunale, l’Anas ha frenato tutto: un progetto esecutivo pronto da maggio 2016, per 7 milioni di euro, per lavori di almeno un anno e mezzo. Un tira e molla che punterebbe a non far chiudere la struttura sulla quale passa l’Appia, importantissima dunque per collegare i Castelli Roma a Roma e a sud. Il nuovo capo dell’Anas del Lazio, Lamberto Nicola Nibbi, vuole chiudere il cerchio. Peccato che non si trovi un ingegnere in Anas disposto a firmare l’ultimo ok al progetto. Troppa paura di fare errori su lavori così delicati e complessi. Dimissioni no, eh? Soluzione: l’azienda pubblica ricorre allo studio privato del prof Mario Petrangeli, luminare in materia. Da quanto ci risulta, la gara d’appalto europea – annunciata per il 2018 – slitterà ancora una volta. Il cantiere, presumibilmente, sarà aperto entro primavera 2019.
NETTUNENSE, IL PONTE PALMOLIVE GIÀ NEL MIRINO
Altro pericolo ben noto riguarda il ponte della Palmolive, sulla Nettunense poco prima di Lavinio stazione. Il 6 giugno scorso il capo della viabilità della Città Metropolitana, ing. Claudio Di Biagio, ha eseguito un sopralluogo insieme ai cittadini e al Consigliere della ex Provincia di Roma, Danilo Fontana. «È sottoposto ad un utilizzo maggiore di quello per cui progettato», avvertirono in quell’occasione i comitati locali.
IL PONTE DELLA MAGLIANA
Ha 68 anni di età, aperto addirittura senza collaudo. «È un ponte fuorilegge fin dalla sua costruzione», denuncia il prof Remo Calzona, una vita sulla cattedra di Tecnica delle costruzioni alla Sapienza. Rilancia l’allarme, già dato a gennaio in un convegno, sul ponte della Magliana, da non confondersi con il viadotto della Magliana (all’altezza di parco de’ Medici). Il Comune di Roma, avviò negli anni ’70 una commissione d’inchiesta che rilevò rilefenomeni di dissesto. Ma non si fece nulla, benché fosse stato consigliato di dismettere la struttura. L’unica soluzione secondo il prof Calzona è chiuderlo. A fine 2017, Roma Capitale ha commissionato uno studio al prof Franco Braga, che ha indicato alcuni interventi prioritari.
TANGENZIALE EST
Anche la vecchia Tangenziale Est di Roma è tornata nel mirino. Chi ci vive vicino continua a chiederne l’abbattimento. La giunta Raggi dopo 15 anni, ha deliberato la demolizione a luglio 2017, stanziando 9,9 milioni (nel tratto di 460 metri davanti alla stazione Tiburtina). Nulla di fatto. Novità? «Nessuna», dice al Caffè l’ufficio stampa dell’Assessorato ai lavori pubblici.
IL PONTE DELLA SCAFA
Già nel 1974 anni fa quel ponte sul Tevere “è stato chiuso perché può crollare da un momento all’altro”, dice un filmato dell’Istituto Luce di 44 anni fa. È l’unico collegamento tra Fiumicino e Ostia lido e la sua nuova chiusura, il 20 agosto, ha creato grossi disagi. Nel 2009, sotto la giunta Alemanno, furono anche stanziati 28 milioni di euro per la nuova costruzione. Il progetto si arenò, tra scavi archeologici e inchieste su tangenti e favori. Mentre andiamo in stampa, dovrebbe essere stato riaperto a senso unico alternato per i veicoli leggeri. Ancora non si sa come risolveranno: si parla di un ponte di ferro militare e di battelli navetta. Intanto è stato alleggerito togliendo 600 tonnellate di asfalto.
IL”ˆPONTE”ˆDI”ˆSABAUDIA
Diversi studi tecnici hanno certiicato che il ponte Giovanni XXIII sul lago di Paola, che collega il centro di SAbaudia con il mare, va sistemato. Ma finora si è visto solo un giunto di dilatazione per impalcato da 8.887 euro, fatto mettere a febbraio 2017 dopo il terremoto di Amatrice dall’allora Commissario prefettizio. La Sindaca Giada Gervasi si sta sgolando: servono 3 milioni di euro per risanarlo totalmente e metterlo in sicurezza.