Nel testo che segue la lettera che alcuni animalisti dei Castelli Romani, per mano di Bruno Di Tomassi, storico animalista di Campoleone, hanno scritto al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, riguardo ad avvelenamenti di cani, gatti, randagismo e maltrattamento di animali.
Gentilissimo Presidente,
mi chiamo Bruno Di Tomassi, sono residente in Aprilia e da anni esercito l’attività di Guardia zoofila, con regolare decreto regionale. Mi permetto di scriverLe per metterla al corrente di alcune anomalie riguardanti il trattamento di cani e gatti randagi sul territorio riferente al servizio veterinario RH6. Vista la mia “professione/passione” (mi permetta di chiamarla così, visto che occupa, in maniera NON retribuita, gran parte della giornata e tutti i miei pensieri!), vengo a contattato spesso da persone che chiedono il mio aiuto o semplicemente consigli per la gestione di colonie di gatti o cani da sterilizzare, non sapendo che la sterilizzazione delle colonie è ferma allo scorso anno. A tal punto, Le lascio immaginare che gli animalisti NON esitano a pagare di proprio conto le spese necessarie alle cure e alle sterilizzazioni delle gatte, con una ricaduta sull’igiene e il non degrado del nostro territorio. Lasci che le racconti quanto avvenuto lo scorso anno. Solo nel comune di Ariccia, nella zona tra Via Lugli e Via Prataro, sono stati sterminati decine di gatti ad opera di chi, incivilmente, ha pensato di liberarsi del sovrannumero di queste povere bestiole, utilizzando dosi massicce di veleno per topi, mischiato al cibo per gatti e tutto nell’indifferenza delle ASL, che erano state messe a conoscenza della strage dei poveri felini. La strage delle piccoli vittime innocenti, è stata fermata solo grazie (come al solito) alla buona volontà dei volontari (gli stessi che di propria tasca pagano le sterilizzazioni) che denunciarono l’accaduto e si misero in contatto con un giornalista sensibile che sul Messaggero, raccontò e denunciò il fatto, fermando – momentaneamente – la strage dei felini. Insomma, con la presente, Le chiedo di poter intervenire affinché le ASL trovino i fondi per la sterilizzazione degli animali che popolano le nostre strade. Le vorrei sottoporre un ultimo quesito: come Lei saprà, chi vuole adottare un cane randagio fa domanda al Comune che autorizza l’adozione e la sterilizzazione. E fin qui la procedura non prevede ostacoli. Ma poi, perché il povero cane deve attendere un mese in canile, prima dell’affidamento? Questo è un altro interrogativo, al quale, “noi animalisti”, non sappiamo darci una risposta. Gentile presidente, La lascio augurandole di trascorrere una felice estate, magari in compagnia dei suoi amici a quattro zampe, invitandola a riflettere su quanto detto anni fa da un uomo semplicemente saggio: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (Gandhi). Sentitamente, Grazie.
Bruno Di Tomassi