Diventerà un centro diurno per l’assistenza ai disabili la villa di 2.700 metri quadri sequestrata alla criminalità organizzata nel 1996 a Frascati, in via Fontana Vecchia (località Bel Poggio). Dopo 20 anni, finalmente, questo immobile sarà destinato a un uso sociale, colmando una carenza della cittadina castellana che necessita di una struttura di questo tipo. La nuova destinazione, circa 240 metri quadrati di interno più altri 2.450 di parco, è stata deliberata dal commissario straordinario Bruno Strati. Proprio il grande giardino che circonda l’immobile è stato ritenuto idoneo a ospitare servizi riabilitativi che necessitano di spazi esterni e interni adatti ad “attività sanitario-riabilitative, di assistenza e di animazione per persone disabili”. La villa, negli anni 90, venne sottratta a un noto esponente della malavita romana, legato alla banda della Magliana e considerato il capo di una organizzazione internazionale di narcotrafficanti.
Non è certo la prima operazione di questo tipo che riguarda la zona dei Castelli romani. Lo scorso marzo una grande villa a Marino era stata confiscata a titolo definitivo, e richiesta formalmente per acquisizione a patrimonio dal Comune, durante un’operazione condotta dalle Fiamme Gialle di Frascati, dopo accertamenti economico-patrimoniali su un soggetto di origini campane, ritenuto contiguo ad ambienti della malavita romana.
Nel corso degli ultimi 20 anni diverse mega ville sono state confiscate, alcune delle quali riconducibili alla famigerata Banda della Magliana, come ad esempio il “Castelletto” di Castel Gandolfo, che si affaccia sul lago Albano, immobile che faceva parte dell’enorme patrimonio accumulato nel corso degli anni da Enrico Nicoletti, ex cassiere e boss della banda. Una splendida villa di tre piani, di circa 450 metri quadrati e con un valore superiore ai 2 milioni di euro, confiscata nel 2012 dagli agenti del commissariato di Albano e acquisita dal Comune di Castel Gandolfo attraverso un lungo iter amministrativo concluso con l’assegnazione della struttura da parte dell“Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”. Dopo tanti progetti presi in esame sembra che ora l’intenzione del Comune di Castel Gandolfo, guidato da Milvia Monachesi sia quella di destinare l’immobile, che necessita di un importante e costoso intervento di ristrutturazione, a un’associazione che si occupa di assistere le donne vittime di violenza. Sempre a Castel Gandolfo, nel 2013, la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) della capitale sequestò una villa di 1.000 metri quadrati (con parco, campo da tennis e piscina esclusiva) a un imprenditore campano, insieme a una serie di altri beni sparsi. La super villa era stata la residenza dell’ex Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Nel 2009, invece, nell’ambito dell’operazione denominata “Roma Connection”, furono sequestrati a due esponenti di una organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, alcune ville (e terreni) a Grottaferrata e Rocca di Papa.
Non è certo la prima operazione di questo tipo che riguarda la zona dei Castelli romani. Lo scorso marzo una grande villa a Marino era stata confiscata a titolo definitivo, e richiesta formalmente per acquisizione a patrimonio dal Comune, durante un’operazione condotta dalle Fiamme Gialle di Frascati, dopo accertamenti economico-patrimoniali su un soggetto di origini campane, ritenuto contiguo ad ambienti della malavita romana.
Nel corso degli ultimi 20 anni diverse mega ville sono state confiscate, alcune delle quali riconducibili alla famigerata Banda della Magliana, come ad esempio il “Castelletto” di Castel Gandolfo, che si affaccia sul lago Albano, immobile che faceva parte dell’enorme patrimonio accumulato nel corso degli anni da Enrico Nicoletti, ex cassiere e boss della banda. Una splendida villa di tre piani, di circa 450 metri quadrati e con un valore superiore ai 2 milioni di euro, confiscata nel 2012 dagli agenti del commissariato di Albano e acquisita dal Comune di Castel Gandolfo attraverso un lungo iter amministrativo concluso con l’assegnazione della struttura da parte dell“Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”. Dopo tanti progetti presi in esame sembra che ora l’intenzione del Comune di Castel Gandolfo, guidato da Milvia Monachesi sia quella di destinare l’immobile, che necessita di un importante e costoso intervento di ristrutturazione, a un’associazione che si occupa di assistere le donne vittime di violenza. Sempre a Castel Gandolfo, nel 2013, la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) della capitale sequestò una villa di 1.000 metri quadrati (con parco, campo da tennis e piscina esclusiva) a un imprenditore campano, insieme a una serie di altri beni sparsi. La super villa era stata la residenza dell’ex Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Nel 2009, invece, nell’ambito dell’operazione denominata “Roma Connection”, furono sequestrati a due esponenti di una organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, alcune ville (e terreni) a Grottaferrata e Rocca di Papa.
14/12/2016