Il fascino del calcio amatoriale da chi l’ha vissuto per tanti anni in prima persona: Mario Pirro, 50 anni, è il personaggio degli Amatori e dei Campionati amatoriali, e spegne con questa stagione la diciassettesima candelina. Direttore sportivo e giocatore del SS Pietro e Paolo. Tante squadre, tanti giocatori, tanti dirigenti e tanti allenatori sono nella sua mente e sotto i suoi occhi scorrono numerosi palloni variopinti, diciassette anche quelli, perché ad ogni campionato i palloni si cambiano. E quante volte ha visto l’attaccante dei suoi o l’avversario portare via proprio il pallone della gara per i tre gol realizzati. Trionfi e sconfitte, imprese epiche, diluvi e solleone, terra battuta e campi in erba, lunghi, larghi, super-illuminati o al limite dell’illuminazione, e negli ultimi anni non si è tirato indietro quando si doveva far numero ed è dovuto partire da titolare, oppure tranquillo in panchina è dovuto entrare in un battibaleno senza riscaldamento. Una intervista piacevole e affascinante, una lezione per chi ha passione per il calcio e farebbe di tutto per giocare e far giocare gli altri.
Che cosa è per Mario Pirro dopo 17 anni una squadra di calcio amatoriale?
“La squadra amatoriale è una seconda famiglia: si va al campo anche dopo una giornata pesante di lavoro e tutto passa in secondo piano. Per non parlare delle serate passate con la squadra in pizzeria anche con tutta la famiglia.”
Tanti anni nel calcio amatoriale e tanti aneddoti, puoi scrivere un bel libro, ci puoi narrare un episodio che ricordi spesso e che ti è rimasto nel cuore?
“Il momento più bello due campionati fa dove siamo arrivati terzi e ad un passo dalla finale al Francioni è stato bello perché noi partimmo come sempre per fare un modesto campionato invece ci ritrovammo a giocare la finale playoff. Ci tengo a rimarcare che quello è stato il gruppo più completo che abbia mai avuto sotto tutti i profili, peccato che da li a poco le strade per tanti si sono divise”.
Un giorno magari per completare il ciclo non è per caso che ti ritroveremo in panchina da allenatore?
“Come allenatore no di certo ho scelto già da tempo la mia strada che è quella di organizzatore. È la cosa penso che mi riesca meglio anche se come allenatore mi sono tolto qualche piccola soddisfazione”.
Anche tuo figlio gioca negli allievi regionali, ma quanti campi di calcio della regione hai visionato da giocatore, ds e papà tifoso?
“Per quanto riguarda i campi si ne ho visti tantissimi certo e penso di vederne ancora tanti visto che devo anche seguire mio figlio in un campionato come quello degli allievi regionali.”
Si torna al presente, questa nuova avventura con un nuovo SS Pietro e Paolo?
“Tornando al presente si riparte per il 17° anno con un gruppo abbastanza nuovo. Si riparte con un nuovo mister e per questo ringrazio il mister Gilberto Banin per aver accettato di allenare la mia squadra. I dirigenti dal confermatissimo Vittorio Bertolaccini ai nuovi arrivi di Golotta Graziano e Di Francesco Mirko. Mentre al gruppo storico dei giocatori si sono aggiunti tanti altri giocatori molto interessanti. Comunque lo spirito è sempre quello di divertirsi stare insieme…….e di GIOCARE perché io non mollo.P.S. Occhio al tunnel”
Vittorio Bertolaccini
Che cosa è per Mario Pirro dopo 17 anni una squadra di calcio amatoriale?
“La squadra amatoriale è una seconda famiglia: si va al campo anche dopo una giornata pesante di lavoro e tutto passa in secondo piano. Per non parlare delle serate passate con la squadra in pizzeria anche con tutta la famiglia.”
Tanti anni nel calcio amatoriale e tanti aneddoti, puoi scrivere un bel libro, ci puoi narrare un episodio che ricordi spesso e che ti è rimasto nel cuore?
“Il momento più bello due campionati fa dove siamo arrivati terzi e ad un passo dalla finale al Francioni è stato bello perché noi partimmo come sempre per fare un modesto campionato invece ci ritrovammo a giocare la finale playoff. Ci tengo a rimarcare che quello è stato il gruppo più completo che abbia mai avuto sotto tutti i profili, peccato che da li a poco le strade per tanti si sono divise”.
Un giorno magari per completare il ciclo non è per caso che ti ritroveremo in panchina da allenatore?
“Come allenatore no di certo ho scelto già da tempo la mia strada che è quella di organizzatore. È la cosa penso che mi riesca meglio anche se come allenatore mi sono tolto qualche piccola soddisfazione”.
Anche tuo figlio gioca negli allievi regionali, ma quanti campi di calcio della regione hai visionato da giocatore, ds e papà tifoso?
“Per quanto riguarda i campi si ne ho visti tantissimi certo e penso di vederne ancora tanti visto che devo anche seguire mio figlio in un campionato come quello degli allievi regionali.”
Si torna al presente, questa nuova avventura con un nuovo SS Pietro e Paolo?
“Tornando al presente si riparte per il 17° anno con un gruppo abbastanza nuovo. Si riparte con un nuovo mister e per questo ringrazio il mister Gilberto Banin per aver accettato di allenare la mia squadra. I dirigenti dal confermatissimo Vittorio Bertolaccini ai nuovi arrivi di Golotta Graziano e Di Francesco Mirko. Mentre al gruppo storico dei giocatori si sono aggiunti tanti altri giocatori molto interessanti. Comunque lo spirito è sempre quello di divertirsi stare insieme…….e di GIOCARE perché io non mollo.P.S. Occhio al tunnel”
Vittorio Bertolaccini
14/10/2016