Nell’aprile di quest’anno una Smart ForTwo, confiscata alla criminalità organizzata nel 2014, è andata ad arricchire il parco mezzi della polizia locale di Pomezia. Ma è solo l’ultimo in ordine di tempo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali di cui può disporre l’ente comunale. Sono infatti 29 i beni sottratti dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle attività illecite della malavita che possono rientrare nel circolo virtuoso della Pubblica amministrazione comunale.
Si tratta nello specifico di sette abitazioni (di cui una in villa e le altre in condominio), dieci box auto, sette terreni edificabili, un terreno agricolo e quattro fabbricati. Per alcuni di questi l’Amministrazione comunale si è già mossa dopo i decreti di assegnazione predisposti dall’agenzia, tuttavia allo stato attuale non sono ancora stati rimessi completamente in attività. Per i restanti, invece, resta ancora tutto da decidere. Già nel marzo del 2014, infatti, la giunta Fucci ha deliberato la destinazione d’uso del villino di via Cincinnato, predisponendo l’insediamento di attività di tipo associativo in ambito culturale. Solo nel gennaio di quest’anno, tuttavia, è stato pubblicato il bando pubblico corredato di regolamento per l’affidamento ad associazioni socio culturali. A febbraio sono poi state individuate tre associazioni idonee a rispettare i criteri di affidamento del progetto denominato “Tana Libera Tutti”, che ha avuto come priorità le fasce sociali composte da donne, soggetti della terza età, bambini e ragazzi e infine giovani, lavoratori e adulti. Stiamo parlando de “La Casa dell’albero”, “Le mamme di Pomezia” e “Teatro Espressione Musica e Arte – T.E.M.A”. La terza, tuttavia, ha rinunciato al posto.
Discorso analogo per dieci beni del complesso Borgo Santa Rita. Nel settembre del 2014 il Comune espresse la propria manifestazione di interesse per acquisire e assegnare sul territorio 13 beni confiscati dal tribunale di Palermo al 58enne Vincenzo Giammanco. Ad ottobre 2015 l’agenzia li ha definitivamente destinati al Comune. Nel marzo di quest’anno si è proceduto con gli indirizzi per l’assegnazione. Si tratta nella fattispecie di cinque appartamenti, tre fabbricati con altrettanti terreni adiacenti, un terreno non ancora edificato e un terreno agricolo. Per quanto riguarda questo pacchetto di beni, il Comune ha individuato negli indirizzi della delibera la volontà di destinare questi beni ad attività di contrasto alla violenza sulle donne – con centri antiviolenza e case rifugio – soggetti disagiati diventati maggiorenni nell’ambito del progetto “Dopo di Noi” e attività di agricoltura sociale – fattoria sociale.
Indirizzi a parte, comunque, da allora non è avvenuta ancora alcuna assegnazione, nonostante – si legge nella delibera – “l’urgenza di deliberare”. Tirando le somme solo 14 dei 29 beni hanno già visto concluso l’iter per l’assegnazione. Però, nonostante le buone intenzioni e, va precisato, le lungaggini burocratiche, restano ancora fuori dal circuito di recupero e utilizzo sociale. Per i restanti 15 nemmeno quello.