Sabato 9 luglio, presso la Biblioteca comunale di Aprilia, è stato organizzato un incontro con il pubblico per parlare del centro apriliano, delle sue difficoltà, dei pericoli presenti nel territorio.
A prendere la parola, moderati da Irene Giusti, di Libera Aprilia, il Questore di Latina, Giuseppe De Matteis, il giornalista de Il Messaggero Vittorio Buongiorno, e il responsabile provinciale di Libera Fabrizio Marras.
La serata, alla quale hanno partecipato più di 50 persone, è cominciata con una analisi dei “delitti” commessi ad Aprilia dagli anni Ottanta ad oggi: un lungo elenco di episodi che hanno intossicato l’aria: incendi, omicidi, spari, colpi di arma da fuoco sparati contro i negozi, ritrovamento di pallottole. Episodi che tuttavia mostrano un comune denominatore comune: sono tutti insoluti. Molte le ipotesi, i sospetti, le supposizioni, ma nessuna certezza. A preoccupare anche gli attentati contro gli amministratori comunali superiori alle medie del Centro Nord. “Come Libera – ha spiegato Marras – noi non facciamo indagini, ma sicuramente questo modus operandi nel territorio corrisponde ad un comportamento mafioso. Cosa significa metodo mafioso? Che se ho un problema, lo risolvo in modo rapido. A questo si aggiunge che il territorio si mostra molto permeabile a questo tipo di cultura, di approccio”.
Molto approfondito è stato l’intervento del Questore.
“Prima di tutto, la mafia è un gruppo di delinquenti che vuole farsi i fatti propri ai danni dei cittadini. Una definizione che sembra buttata là, ma che in realtà è stata coniata da un senatore americano quando si è trovato a fare i conti con questo fenomeno in America. Certamente la realtà è molto più complessa di questa definizione e di come appare. Ma dobbiamo stare attenti a non ricondurre ad una unica categoria mille episodi diversi”.
Veniamo ad Aprilia: “Questo è il quinto centro abitato del Lazio, prima di Civitavecchia. Qui c’è una popolazione superiore a quella di altri tre capoluoghi di provincia, Viterbo, Rieti e Frosinone eppure non c’è un Commissariato di Polizia, e questo non perché i Carabinieri non siano capaci, ma perché Polizia e Carabinieri, insieme, lavorano meglio”.
Ma perché qui sono arrivate le mafie? “Perché un tempo c’era il confino di polizia applicato anche alle persone in odore di mafia. Quindi, i più pericolosi della ’ndrangheta e della mafia siciliana (la camorra qui non c’è) sono stati trapiantati qui, portandosi dietro i familiari e radicandosi”.
Il Questore ha poi spiegato l’evoluzione delle mafie nel territorio.
“La mafia vuole solo fare affari in modo silenzioso, perché quando fa rumore da nell’occhio. Quindi
in questo territorio non si ammazzerà finché ci saranno tante cose da fare. Ovviamente l’obiettivo delle mafie è accaparrarsi gli appalti e per farlo o devono avvicinare i pubblici amministratori oppure mettono direttamente in politica uomini di fiducia! E per ottenere consenso popolare si organizzano feste o si punta sul calcio. Oppure, in cambio di favori, si assegnano alloggi popolari”.
Cosa possiamo fare?
“Io sono convinto che possono essere sconfitti. Sono molto meno forti e provvisti di mezzi rispetto a quanto si crede. Noi dobbiamo però avere gli anticorpi e gli amministratori comunali devono essere preparati. Spesso non hanno gli strumenti per capire”.
Al termine del dibattito sono intervenuti anche la consigliera comunale Carmen Porcelli e Antonio Chiusolo, vittima di attentati quando era Assessore al Bilancio del comune di Aprilia.
A prendere la parola, moderati da Irene Giusti, di Libera Aprilia, il Questore di Latina, Giuseppe De Matteis, il giornalista de Il Messaggero Vittorio Buongiorno, e il responsabile provinciale di Libera Fabrizio Marras.
La serata, alla quale hanno partecipato più di 50 persone, è cominciata con una analisi dei “delitti” commessi ad Aprilia dagli anni Ottanta ad oggi: un lungo elenco di episodi che hanno intossicato l’aria: incendi, omicidi, spari, colpi di arma da fuoco sparati contro i negozi, ritrovamento di pallottole. Episodi che tuttavia mostrano un comune denominatore comune: sono tutti insoluti. Molte le ipotesi, i sospetti, le supposizioni, ma nessuna certezza. A preoccupare anche gli attentati contro gli amministratori comunali superiori alle medie del Centro Nord. “Come Libera – ha spiegato Marras – noi non facciamo indagini, ma sicuramente questo modus operandi nel territorio corrisponde ad un comportamento mafioso. Cosa significa metodo mafioso? Che se ho un problema, lo risolvo in modo rapido. A questo si aggiunge che il territorio si mostra molto permeabile a questo tipo di cultura, di approccio”.
Molto approfondito è stato l’intervento del Questore.
“Prima di tutto, la mafia è un gruppo di delinquenti che vuole farsi i fatti propri ai danni dei cittadini. Una definizione che sembra buttata là, ma che in realtà è stata coniata da un senatore americano quando si è trovato a fare i conti con questo fenomeno in America. Certamente la realtà è molto più complessa di questa definizione e di come appare. Ma dobbiamo stare attenti a non ricondurre ad una unica categoria mille episodi diversi”.
Veniamo ad Aprilia: “Questo è il quinto centro abitato del Lazio, prima di Civitavecchia. Qui c’è una popolazione superiore a quella di altri tre capoluoghi di provincia, Viterbo, Rieti e Frosinone eppure non c’è un Commissariato di Polizia, e questo non perché i Carabinieri non siano capaci, ma perché Polizia e Carabinieri, insieme, lavorano meglio”.
Ma perché qui sono arrivate le mafie? “Perché un tempo c’era il confino di polizia applicato anche alle persone in odore di mafia. Quindi, i più pericolosi della ’ndrangheta e della mafia siciliana (la camorra qui non c’è) sono stati trapiantati qui, portandosi dietro i familiari e radicandosi”.
Il Questore ha poi spiegato l’evoluzione delle mafie nel territorio.
“La mafia vuole solo fare affari in modo silenzioso, perché quando fa rumore da nell’occhio. Quindi
in questo territorio non si ammazzerà finché ci saranno tante cose da fare. Ovviamente l’obiettivo delle mafie è accaparrarsi gli appalti e per farlo o devono avvicinare i pubblici amministratori oppure mettono direttamente in politica uomini di fiducia! E per ottenere consenso popolare si organizzano feste o si punta sul calcio. Oppure, in cambio di favori, si assegnano alloggi popolari”.
Cosa possiamo fare?
“Io sono convinto che possono essere sconfitti. Sono molto meno forti e provvisti di mezzi rispetto a quanto si crede. Noi dobbiamo però avere gli anticorpi e gli amministratori comunali devono essere preparati. Spesso non hanno gli strumenti per capire”.
Al termine del dibattito sono intervenuti anche la consigliera comunale Carmen Porcelli e Antonio Chiusolo, vittima di attentati quando era Assessore al Bilancio del comune di Aprilia.
13/07/2016