UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO
La storia è cominciata addirittura negli anni ‘90, quando, Sindaco Rutelli, a Roma c’era un enorme problema dovuto alle tante famiglie in emergenza abitativa, cioè senza casa, e all’alto costo di case nella Capitale. Questa ‘grana’ aveva portato i brillanti amministratori capitolini alla altrettanto brillante idea di acquistare case in provincia, dove costavano molto meno, e farci “emigrare” quelle famiglie indigenti. Tutto questo naturalmente senza nemmeno avvertire i Comuni che nel proprio territorio sarebbero piovute una rilevante quantità di persone bisognose di assistenza.
BISOGNOSI E DIMENTICATI
Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino… i Sindaci si sono succeduti al Campidoglio, ma il problema non l’ha voluto mai nessuno affrontare davvero.
Li hanno parcheggiati lì, facendo tra l’altro ricadere tutti gli oneri sui Comuni dove sono ospitati. Il concentramento poi di tante famiglie con difficoltà economiche e sociali ha creato dei veri e propri ghetti, dove diventa anche difficile far rispettare la legalità e le prime ad essere danneggiate sono proprio le famiglie oneste che abitano in questi appartamenti. In alcuni casi, sono stati accertati anche allacci abusivi alla rete elettrica condominiale, così che la ‘furbizia’ di pochi ricade poi sulle tasche di tutti. E con Roma sempre più latitante, per ridare la luce alle case sono dovuti intervenire in soccorso i Comuni che ospitano questi romani dimenticati. In altri casi, gli assegnatari di un alloggio popolare hanno subaffittato oppure hanno lasciato l’appartamento, che poi è stato a sua volta occupato abusivamente.
Molti romani in trasferta hanno poi deciso di prendere la residenza ufficiale nel Comune dove sono ospitiati e questo ha appesantito anche gli oneri a carico dei servizi sociali locali. Anche in questo caso Roma si è resa latitante.
CI VOLEVA IL COMMISSARIO
Ora sembra che, finalmente, qualcuno metta mano a questa situazione insostenibile. Immensa la mole di lavoro per i tecnici del commissario straordinario del Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca, che, con due task force, tenterà di stanare il patrimonio non censito. «Questa volta dobbiamo andare fino in fondo – è la sfida del commissario che ha preso questa partita davvero seriamente -. Perché — spiega Tronca — lo dobbiamo ai romani e ai dipendenti dell’amministrazione: dobbiamo far vedere che certe cose si possono fare se si vogliono fare. Sono stupito — continua il prefetto — del fatto che non ci fosse neanche un censimento completo degli immobili. Ora — assicura Tronca — gli accertamenti saranno velocissimi». Si cercherà di scovare eventuali abusivi o privilegiati, ma anche i morosi, che, nonostante canoni irrisori, non hanno pagato nemmeno quelli. Tutte le verifiche del caso sono state affidate alla Guardia di Finanza. Terminato il maxi-censimento, la Corte dei Conti si troverà a dover calcolare il danno patito dalle casse del Comune per la pessima gestione del suo sterminato tesoro immobiliare. A rischiare di più sono soprattutto i dirigenti del Comune di Roma, cioè coloro che avevano la responsabilità di gestire emergenza sociale e patrimonio: ora rischiano di finire davanti ad un giudice e perdere il posto. Naturalmente se la scampano i politici, cioè gli ideologi di questo scandalo.
Gli appartamenti di proprietà del Comune di Roma situati nel territorio del comune di Pomezia sono ben 215. Sono localizzati in strade piuttosto centrali: 121 appartamenti sono in Via Federico Fellini, mentre gli altri 94 sono in Via Catullo. Gli importi degli affitti abbracciano un’ampia forbice: 74 famiglie pagano 7,75 euro al mese. Quelle che pagano sotto i 50 euro sono 113. Altre 31 famiglie corrispondono un canone mesile compreso tra i 50 e i 100 euro; 49 famiglie tra i 100 e i 300 euro; 10 famiglie tra i 300 e i 500, altre 10 tra i 500 e i 1.000. Piuttosto cari gli affitti di 2 appartamenti in via Federico Fellini, dove viene imputato un canone di 1.056 e 1.302 euro al mese. Naturalmente le statistiche non tengono conto dei metri quadri degli appartamenti, né tantomeno specificano chi poi abbia pagato regolarmente e chi sia moroso.