È un Giorgio Galluzzo soddisfatto a metà quello che si presenta in sala stampa dopo il pareggio conquistato contro l’Akragas di Legrottaglie. Soddisfatto per il punto, un pò meno per l’approccio alla gara dei suoi. “Credo che il pareggio sia stato il risultato più giusto, giunto al termine di una gara caratterizzata da un sostanziale equilibrio. A parte i primi dieci minuti, nei quali la mia squadra ha avuto un blackout inspiegabile, i ragazzi hanno reagito bene dopo aver subito il gol, macinando gioco e creando molto in fase d’attacco. Abbiamo forse rischiato qualcosa in occasione di qualche ripartenza, ma abbiamo cercato di prendere campo, creando una mole di gioco importante e costruendo molte occasioni da rete. È vero, le hanno avute anche loro, ma è naturale lasciare spazi agli avversari quando cerchi di riagguantare un risultato sfavorevole”. Approccio sbagliato, dunque, ma grande reazione per una Lupa che ancora una volta ha dimostrato di non meritare la posizione di classifica attualmente occupata: “Avevamo preparato la gara in un determinato modo”, continua Galluzzo, “ma l’Akragas si è presentata con un assetto diverso da quello che ci aspettavamo, lasciandoci forse un pò spiazzati. Abbiamo faticato leggermente a prendere le misure, ma con il passare dei minuti la squadra ha preso campo ed ha meritato questo punto, che per come stavano andando le cose non può che farci comodo. A Messina, forse, eravamo stati più compatti nel corso dei 90 minuti, contro l’Akragas siamo andati invece più a sprazzi, ma tutto sommato sono soddisfatto della prestazione. Questo è un campionato equilibrato ma noi possiamo dire la nostra, soprattutto se riusciremo a lavorare sull’atteggiamento ed a limitare i danni causati da cali di concentrazione”. A livello atletico, però, la Lupa ha tenuto bene il campo, dimostrando uno stato di forma ottimale: “La squadra fisicamente sta bene, i ragazzi si allenano al meglio tutta la settimana, loro ci credono e ci credo anche io. In questa circostanza lo abbiamo dimostrato ancora perché non abbiamo mollato un centimetro, soffrendo quando c’era da soffrire, spingendo quando c’era da spingere. La differenza la fa sempre la testa, ed è proprio sull’atteggiamento che dovremo continuare a lavorare”.
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