Nessun colpevole per la morte di Riccardo Mazzoli, 14 anni, di Cisterna, figlio del vicecomandante dei vigili urbani, deceduto l’8 agosto 2009 dopo un calvario iniziato il precedente 15 luglio con una visita al punto di primo soccorso di Cisterna e andato avanti tra ricoveri e consulti all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina. Una tragedia che vedeva una dottoressa di Cisterna, V.S., imputata per omicidio colposo.
Secondo gli inquirenti, la dottoressa imputata, dopo aver visitato il 14enne presso il punto di primo soccorso di Cisterna e aver verificato che presentava forti dolori addominali, si era limitata a somministrargli degli antidolorifici, rimandandolo a casa. Per la pubblica accusa, l’imputata avrebbe dovuto disporre il trasferimento del ragazzino in una struttura attrezzata, dove farlo sottoporre a una serie di accertamenti, che avrebbero consentito una rapina diagnosi di volvolo e un altrettanto rapido intervento, utile a impedire l’insorgenza di una necrosi ileale. Nel momento in cui il paziente è giunto al “Goretti”, secondo gli inquirenti, aveva ormai un’occlusione intestinale a due diversi livelli e una necrosi ileale da volvolo, per cui è stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma a causa di alcune complicanze dovute alla necrosi è morto tre settimane dopo.
Il Giudice Varricchione ha assolto il medico per non aver commesso il fatto: secondo le tesi della difesa, suffragate dalle perizie di parte e da quella disposta dal giudice, è emerso un classico caso di malasanità fatto di errori commessi all’ospedale Goretti, in particolare il ritardo con cui si è intervenuti. Sei anni di perizie per un nulla di fatto. E nel caso in cui si disponesse un processo a carico dei medici del Goretti, tutto andrebbe in prescrizione nel 2017.