Ato 2 e Ato 5 aggiudicano la gara per la riscossione delle bollette del servizio idrico a Equitalia. Ne dà notizia, lamentandone la presunta illegittimità, l’associazione a tutela dei consumatori CODICI in una nota stampa. E in effetti l’operazione potrebbe prestarsi a stroncature da parte dei giudici, come accaduto con le bollette idriche del gestore Acqualatina, trasformate in cartelle esattoriali della Gerit Equitalia, braccio operativo dell’Agenzia delle Entrate. Una procedura bocciata dai massimi giudici nazionali. La Corte di Cassazione, confermando quanto deciso dal giudice di pace, nel maggio 2011 ha infatti ribadito che per emettere cartelle esattoriali non basta la semplice fattura idrica, ma serve prima un atto idoneo a costituire titolo esecutivo, com il decreto ingiuntivo o l’avviso di accertmaento o il verbale della multa per violazione del Codice della Stradaper esempio. Solo dopo, può scattare quella speciale procedura rafforzata consentita agli enti pubblici, che può portare alla riscossione coattiva, ossia all’espropriazione dei beni del debitore con la forza. Infatti, il gestore del servizio idrico come Acqualatina o Acea è una società privata (benché partecipata da enti pubblici) e quindi per riavere i suoi crediti in maniera coattiva può e deve agire come tutti i privati e può avvalersi di Equitalia per il recupero coatto solo con la procedura ordinaria, anziché con la più stringente e veloce procedura esattoriale. Ques’ultima è prerogativa delle ntrate tributarie o intimate da verbali per violazioni al codice della strada (come accade ad es. Imu, Tari o le multe della Polstrada ecc.: se non pago l’avviso di accertament o il verbale di vigili e poliziotti, il Comune o la Polizia passa la pratica ad Equitalia e mi arriva la cartella. A quel punto se continuo a non pagare e non faccio ricorso, può scattare il pignoramento, il fermo amministrativo del veicolo o l’ipoteca e l’espropriazione immobiliare). Invece il canone idrico non è un tributo e la bolletta dell’acqua non è un avviso d’accertamento sul mancato pagamento dei tributi né un verbale delle forze dell’ordine. Perciò, afinché Euqitalia possa procedere a riscossione coattiva, è necessario che dopo la bolletta arrivi all’utente moros un atto ingiuntivo. “In questo modo i consumatori – afferma l’associazione -, in caso di morosità, si dovranno aspettare in futuro le cartelle esattoriali anziché richieste di pagamento. Il clima natalizio ha invaso anche gli uffici di Acea spa: d’ora in poi a riscuotere le bollette degli utenti dei due ambiti, Ato 5 e Ato 2, corrispondenti alle province di Roma e Frosinone, sarà Equitalia. In questo modo, in caso di morosità, gli utenti si dovranno aspettare delle cartelle esattoriali anziché delle semplici richieste di pagamento. Inoltre si potrà delineare la possibilità di ricevere ingiunzioni di pagamento e l’iscrizione nell’albo dei cattivi pagatori. E’ l’effetto del bando di gara aggiudicato questa mattina da Acea sulla riscossione del credito mediante l’ingiuzione fiscale al gruppo Equitalia. “Codici ha già fatto ricorso al Tar Lazio e presto faremo una segnalazione all’Antitrust perché ipotizziamo un cartello fra i gestori”, hanno commentato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI, e Luigi Gabriele, Responsabile Affari Istituzionali della stessa associazione.
05/12/2014