Ancora uno sciopero per gli autisti dell’Atral, che nel pomeriggio di lunedì 24 novembre hanno incrociato le braccia per quattro ore, dalle 16.30 alle 20.30. A promuovere l’astensione dal lavoro è stata la sigla Sul (sindacato unitario dei lavoratori), ma allo sciopero hanno partecipato anche altri autisti iscritti a sigle sindacali diverse.
«Scioperiamo per chiedere la messa in sicurezza dei mezzi e di noi autisti e per chiedere la regolarizzazione di quei dipendenti ancora assunti con contratti a tempo di volta in volta rinnovati», ha dichiarato Renzo Coppini, segretario regionale del sindacato (che ha anche avviato, a livello nazionale, una petizione da presentare al Parlamento).
«Le aggressioni nei confronti del personale adibito al trasporto pubblico locale sono ormai all’ordine del giorno – continua Coppini – e la cosa non riguarda solo Latina».
Quattro le richieste del sindacato: riconoscimento al personale viaggiante della qualifica di pubblico ufficiale; la certezza della sanzione per coloro che vengano ritenuti colpevoli del reato di aggressione; l’installazione di telecamere all’interno dei bus collegate con le forze dell’ordine e l’obbligatorietà per tutte le società che svolgono trasporto pubblico di utilizzare bus dotati di cabine chiuse e blindate.
A Latina a preoccupare di più sono le condizioni dei mezzi: questi sono infatti antiquati e alcuni hanno alle spalle anche trent’anni di servizio. L’amministrazione ha previsto dei fondi per la manutenzione straordinaria di parte della flotta, ma i lavori si sono limitati alla carrozzeria dei bus: «non è logico rifare la parte esterna e il sedile guida – spiega il segretario regionale del Sul – di autobus che presentano problemi meccanici».
A creare problemi è anche il numero di meccanici a disposizione dell’Atral, ormai ridotti a tre: questi devono prestare assistenza ai mezzi in avaria, rifornire di carburante i bus e infine effettuare la manutenzione ordinaria, che rischia quindi di essere relegata ad attività residuale. Un problema, come accennato, è anche quello dei lavoratori a progetto, chiamati dall’azienda a sopperire, per quanto possibile, alle corse lasciate scoperte dagli autisti in sciopero. Si tratta di tre autisti impiegati full-time e tre part-time a cui si va ad aggiungere un meccanico.
«Sono sempre sotto scacco dell’azienda – ci dice un autista che preferisce rimanere anonimo –: non hanno una programmazione del proprio lavoro e vengono utilizzati giorno per giorno per sopperire ad eventuali mancanze ed i loro contratti possono venire rinnovati anche ogni tre mesi».
Mentre si continuano a raccogliere le firme per la petizione, che può essere sottoscritta da tutti i cittadini che possono rivolgersi agli stessi autisti dei mezzi, i sindacati sono già al lavoro per organizzare un’altra giornata di mobilitazione, quella del 12 dicembre, quando è stato proclamato lo sciopero nazionale della categoria.
«Scioperiamo per chiedere la messa in sicurezza dei mezzi e di noi autisti e per chiedere la regolarizzazione di quei dipendenti ancora assunti con contratti a tempo di volta in volta rinnovati», ha dichiarato Renzo Coppini, segretario regionale del sindacato (che ha anche avviato, a livello nazionale, una petizione da presentare al Parlamento).
«Le aggressioni nei confronti del personale adibito al trasporto pubblico locale sono ormai all’ordine del giorno – continua Coppini – e la cosa non riguarda solo Latina».
Quattro le richieste del sindacato: riconoscimento al personale viaggiante della qualifica di pubblico ufficiale; la certezza della sanzione per coloro che vengano ritenuti colpevoli del reato di aggressione; l’installazione di telecamere all’interno dei bus collegate con le forze dell’ordine e l’obbligatorietà per tutte le società che svolgono trasporto pubblico di utilizzare bus dotati di cabine chiuse e blindate.
A Latina a preoccupare di più sono le condizioni dei mezzi: questi sono infatti antiquati e alcuni hanno alle spalle anche trent’anni di servizio. L’amministrazione ha previsto dei fondi per la manutenzione straordinaria di parte della flotta, ma i lavori si sono limitati alla carrozzeria dei bus: «non è logico rifare la parte esterna e il sedile guida – spiega il segretario regionale del Sul – di autobus che presentano problemi meccanici».
A creare problemi è anche il numero di meccanici a disposizione dell’Atral, ormai ridotti a tre: questi devono prestare assistenza ai mezzi in avaria, rifornire di carburante i bus e infine effettuare la manutenzione ordinaria, che rischia quindi di essere relegata ad attività residuale. Un problema, come accennato, è anche quello dei lavoratori a progetto, chiamati dall’azienda a sopperire, per quanto possibile, alle corse lasciate scoperte dagli autisti in sciopero. Si tratta di tre autisti impiegati full-time e tre part-time a cui si va ad aggiungere un meccanico.
«Sono sempre sotto scacco dell’azienda – ci dice un autista che preferisce rimanere anonimo –: non hanno una programmazione del proprio lavoro e vengono utilizzati giorno per giorno per sopperire ad eventuali mancanze ed i loro contratti possono venire rinnovati anche ogni tre mesi».
Mentre si continuano a raccogliere le firme per la petizione, che può essere sottoscritta da tutti i cittadini che possono rivolgersi agli stessi autisti dei mezzi, i sindacati sono già al lavoro per organizzare un’altra giornata di mobilitazione, quella del 12 dicembre, quando è stato proclamato lo sciopero nazionale della categoria.
04/12/2014